Cosa parli con Dio? | 01.05.2024
Preghiera: Il ponte verso la comunione divina
Introduzione: In un mondo spesso dominato dalla frenesia e dalle distrazioni, questo testo ci invita a fare una pausa e a esplorare il significato della preghiera. Attraverso la contemplazione della comunicazione tra l’uomo e Dio, scopriamo come la preghiera non sia solo un atto rituale, ma piuttosto una connessione viva con il nostro Padre celeste. Tuffiamoci insieme nelle profondità della preghiera e scopriamo come essa ci permetta di accedere alla fonte di un amore infinito e arricchire la nostra vita spirituale.
“Poiché gli occhi del Signore sono rivolti verso i giusti e le sue orecchie sono attente alla loro preghiera, ma il volto del Signore è contro coloro che fanno il male.” 1 Pietro 3,12
Dio ci parla attraverso la natura e la rivelazione, attraverso la Sua provvidenza e l’influenza del Suo Spirito. Tuttavia, questo non è sufficiente; dobbiamo aprire il nostro cuore a Lui. Per avere vita e vigore spirituali, dobbiamo avere una vera comunione con il nostro Padre celeste. Il nostro spirito può essere attratto da Lui; possiamo riflettere sulle Sue opere, sulla Sua misericordia, sulle Sue benedizioni, ma ciò non significa avere pienamente comunione con Lui. Per avere comunione con Dio, dobbiamo avere qualcosa da dire sulla nostra vita concreta.
La preghiera è l’apertura del cuore davanti a Dio come davanti a un amico. E non è necessario parlare di noi stessi, ma renderci capaci di riceverLo. La preghiera non porta Dio verso di noi, ma ci eleva a Lui.
Quando Gesù era sulla terra, insegnò ai Suoi discepoli come pregare. Li incoraggiò a portare davanti a Dio i loro bisogni quotidiani e a porre su di Lui tutto il loro peso. L’assicurazione che le loro richieste sarebbero state esaudite vale anche per noi.
Gesù stesso pregava spesso quando viveva tra gli uomini. Il nostro Salvatore si identificava con i nostri bisogni e le nostre debolezze, pregando con insistenza e cercando di ricevere dal Padre nuove riserve di forza per essere preparato per il dovere e le prove. Egli è il nostro modello in tutto. Egli è un fratello nelle nostre debolezze, “poiché Egli è stato tentato in ogni cosa come noi, ma senza peccato” (Ebrei 4,15); tuttavia, poiché Egli era senza peccato, la Sua natura non cedeva al male; Egli affrontava le lotte e le angosce interiori in un mondo di peccato. La Sua natura umana rendeva la preghiera una necessità e un privilegio. Egli trovava conforto e gioia nella comunione con il Suo Padre. E se il Redentore, il Figlio di Dio, sentiva il bisogno della preghiera, noi, esseri mortali, deboli e peccatori, dovremmo sentirne ancor più il bisogno di una preghiera sincera e costante!
Il nostro Padre celeste aspetta di riversare su di noi la pienezza della Sua benedizione. È nostro privilegio attingere abbondantemente alla fonte di un amore infinito. È strano che preghiamo così poco! Dio è benevolo e pronto ad ascoltare la preghiera sincera anche del Suo più umile figlio, ma da parte nostra c’è molta esitazione nel manifestare i nostri bisogni.”
Ellen White, Il Cammino a Cristo, pagine 93-94
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