Testati | 5.06.2024
La Prova dell’Obbedienza
Introduzione: In un mondo pieno di sfide e prove, l’obbedienza rimane una virtù fondamentale. La legge di Dio è al centro di questa orientazione etica ed è un metro di misura per le nostre azioni. Non è solo una guida, ma anche uno scudo protettivo contro le insidie della vita. Pertanto, l’obbedienza a questa legge divina è cruciale per la nostra crescita spirituale e la nostra integrità morale. Nei seguenti paragrafi esploreremo l’importanza dell’obbedienza e le conseguenze del suo disprezzo. Immergiamoci e scopriamo come l’obbedienza può diventare una fonte di forza e benedizione nella nostra vita.
“Ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangerai, perché nel giorno in cui ne mangerai, morirai di morte.” – Genesi 2,17
La legge di Dio è tanto sacra quanto Dio stesso. È una rivelazione della Sua volontà, una trascrizione del Suo carattere, l’espressione dell’amore e della saggezza divine. L’armonia della creazione dipende dalla perfetta conformità di tutti gli esseri, viventi o non viventi, alla legge del Creatore. Dio ha dato leggi secondo le quali non solo gli esseri viventi, ma tutte le opere della natura dovrebbero agire. All’uomo, la corona della Sua creazione, Dio ha dato la capacità di comprendere i Suoi requisiti, di riconoscere la giustizia e l’utilità della Sua legge e di comprendere i Suoi santi diritti nei Suoi confronti; e all’uomo è richiesta una fedeltà diligente.
Come gli angeli, anche gli abitanti del Giardino dell’Eden furono messi alla prova; la loro felicità poteva essere mantenuta solo attraverso la fedeltà alla legge del Creatore. Potevano obbedire e vivere o non obbedire e perire. Dio li aveva benedetti con ricchi doni; ma se avessero trascurato la Sua volontà, non avrebbe potuto lasciarli impuniti, poiché il peccato avrebbe comportato la perdita dei Suoi doni e avrebbe portato miseria e rovina su di loro.
Gli angeli li avvertirono di non cadere nelle astuzie di Satana, poiché i suoi sforzi per attirarli nelle sue reti sarebbero stati incessanti. Finché obbedivano a Dio, il male non avrebbe potuto far loro nulla, perché se necessario, tutti gli angeli del cielo sarebbero stati inviati in loro aiuto. Se resistevano fermamente alle sue prime suggestioni, erano altrettanto sicuri degli angeli celesti. Ma se avessero ceduto alla tentazione anche solo una volta, la loro natura sarebbe stata così corrotta da non avere né la forza né la volontà di resistere a Satana.
L’albero della conoscenza era per loro un mezzo per mettere alla prova la loro obbedienza e il loro amore per Dio. Il Signore aveva ritenuto giusto imporgli una sola restrizione riguardo all’uso di tutte le cose nel giardino; ma se avessero trascurato la Sua volontà in questo senso, si sarebbero caricate la colpa del peccato. Satana non li avrebbe sempre perseguitati con le sue tentazioni; aveva accesso solo all’albero proibito. Se avessero messo alla prova la loro natura, sarebbero stati esposti alle sue ingannevoli arti. Erano stati avvertiti di prestare particolare attenzione all’avvertimento di Dio e di essere soddisfatti dell’insegnamento che Egli aveva giudicato giusto trasmettere loro.
Ellen White, Patriarchi e Profeti, pp. 52-53
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