📅 11 ottobre 2025
📚 CREDI AI SUOI PROFETI
📖 Lettura biblica quotidiana
🔥 Deuteronomio 25 – Giustizia, responsabilità e memoria nel popolo di Dio
✨Come Dio porta ordine, protezione e verità nella vita quotidiana del Suo popolo
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📜 Testo biblico – Deuteronomio 25 (Riveduta 1927)
1 Quando sorgerà una lite fra alcuni, e verranno in giudizio, i giudici che li giudicheranno assolveranno l’innocente e condanneranno il colpevole.
2 E se il colpevole avrà meritato d’esser battuto, il giudice lo farà distendere per terra e battere in sua presenza, con un numero di colpi proporzionato alla gravità della sua colpa.
3 Gli farà dare non più di quaranta colpi, per tema che il tuo fratello resti avvilito agli occhi tuoi, qualora si oltrepassasse di molto questo numero di colpi.
4 Non metterai la musoliera al bue che trebbia il grano.
5 Quando de’ fratelli staranno assieme, e l’un d’essi morrà senza lasciar figliuoli, la moglie del defunto non si mariterà fuori, con uno straniero; il suo cognato verrà da lei e se la prenderà per moglie, compiendo così verso di lei il suo dovere di cognato;
6 e il primogenito ch’ella partorirà, succederà al fratello defunto e ne porterà il nome, affinché questo nome non sia estinto in Israele.
7 E se a quell’uomo non piaccia di prender la sua cognata, la cognata salirà alla porta dagli anziani e dirà: “Il mio cognato rifiuta di far rivivere in Israele il nome del suo fratello; ei non vuol compiere verso di me il suo dovere di cognato”.
8 Allora gli anziani della sua città lo chiameranno e gli parleranno; e se egli persiste e dice: “Non mi piace di prenderla”,
9 allora la sua cognata gli si avvicinerà in presenza degli anziani, gli leverà il calzare dal piede, gli sputerà in faccia, e dirà: “Così sarà fatto all’uomo che non vuol edificare la casa del suo fratello”.
10 E la casa di lui sarà chiamata in Israele “la casa dello scalzato”.
11 Quando alcuni verranno a contesa fra loro, e la moglie dell’uno s’accosterà per liberare suo marito dalle mani di colui che lo percuote, e stendendo la mano afferrerà quest’ultimo per le sue vergogne, tu le mozzerai la mano;
12 l’occhio tuo non ne abbia pietà.
13 Non avrai nella tua sacchetta due pesi, uno grande e uno piccolo.
14 Non avrai in casa due misure, una grande e una piccola.
15 Terrai pesi esatti e giusti, terrai misure esatte e giuste, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che l’Eterno, l’Iddio tuo, ti dà.
16 Poiché chiunque fa altrimenti, chiunque commette iniquità, è in abominio all’Eterno, al tuo Dio.
17 Ricordati di ciò che ti fece Amalek, durane il viaggio, quando usciste dall’Egitto:
18 com’egli ti attaccò per via, piombando per di dietro su tutti i deboli che ti seguivano, quand’eri già stanco e sfinito, e come non ebbe alcun timore di Dio.
19 Quando dunque l’Eterno, il tuo Dio, t’avrà dato requie, liberandoti da tutti i tuoi nemici all’intorno nel paese che l’Eterno, il tuo Dio, ti dà come eredità perché tu lo possegga, cancellerai la memoria di Amalek di sotto al cielo: non te ne scordare!
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🔵 Introduzione
Deuteronomio 25 contiene una serie di comandamenti diversi che regolano la vita sociale e religiosa d’Israele.
Essi riguardano la giustizia, la responsabilità familiare, l’onestà negli affari e la memoria storica.
Anche se sembrano molto differenti tra loro, sono uniti da un obiettivo comune:
la giustizia, il rispetto per Dio e la considerazione per il prossimo.
Particolarmente rilevanti sono la legge del levirato e il divieto di usare pesi e misure falsi –
entrambi espressione della cura divina per la famiglia e la giustizia sociale.
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🟡 Commento
1. Giustizia con misura (vv. 1–3)
Gli uomini in lite devono essere portati davanti al tribunale – Dio ama l’ordine e la giustizia.
Anche nella punizione occorre mantenere la misura: massimo quaranta colpi.
Oltre questo limite, la pena diventerebbe umiliante.
Giustizia sì – ma senza arbitrarietà o eccessiva severità.
2. Rispetto per l’animale da lavoro (v. 4)
«Non mettere la museruola al bue che trebbia.»
→ Un comandamento apparentemente piccolo, ma di grande significato: rispetto anche per chi serve.
→ Nel Nuovo Testamento questo principio viene applicato ai predicatori (1 Corinzi 9:9–10).
3. Il levirato – responsabilità verso l’eredità (vv. 5–10)
Se un uomo muore senza figli, suo fratello deve sposarne la vedova per preservare il nome del defunto.
Il rifiuto di adempiere questo dovere porta disonore – simboleggiato dal togliere il sandalo e dallo sputo.
Un gesto insolito ma ricco di significato: la famiglia implica una responsabilità che va oltre la morte.
4. Limiti dell’autodifesa (vv. 11–12)
Un comando severo, ma volto a proteggere la dignità e la discendenza, considerate sacre.
5. Pesi e misure giuste – onestà nella vita quotidiana (vv. 13–16)
Dio detesta l’ingiustizia, soprattutto quella nascosta.
Le pratiche commerciali disoneste sono un abominio davanti a Lui.
L’onestà comincia dalle piccole cose: bilance, misure, conti.
La giustizia non deve regnare solo nei tribunali, ma anche nel mercato, in casa e nella vita di ogni giorno.
6. Gli Amaleciti – memoria e giustizia (vv. 17–19)
Amalek attaccò i più deboli e stanchi, quando Israele era esausto.
Dio non dimentica l’ingiustizia. Israele doveva ricordare e cancellare la memoria di Amalek.
Importante: non si trattava di un comando a un’eterna inimicizia,
ma di un atto di giustizia contro un’aggressione deliberata.
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🟢 Riassunto
Questo capitolo mostra come Dio voglia formare una società giusta e responsabile attraverso:
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Giudizio equilibrato
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Protezione dei deboli
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Lavoro onesto
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Responsabilità familiare
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Giustizia negli affari
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Memoria storica
In ambito privato, professionale o sociale, lo standard di Dio rimane lo stesso:
giusto, puro, misericordioso.
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📢 Messaggio per noi oggi
Dio non si interessa solo delle nostre preghiere, ma anche delle nostre decisioni quotidiane.
L’onestà nelle piccole cose è un vero atto di culto spirituale.
Abbiamo una responsabilità verso il nostro prossimo, soprattutto in famiglia.
Dio non dimentica l’ingiustizia, ma ci offre la possibilità di praticare la giustizia.
Il passato non deve essere dimenticato – ci insegna cosa significano verità, fedeltà e giustizia.
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💡 Spunto di riflessione
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In quali ambiti agisco inconsciamente con “due pesi e due misure” – ad esempio nel giudicare, nel perdonare o nel criticare?
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Come affronto le mie responsabilità familiari o professionali – con fedeltà o con comodità?
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Cosa significa per me oggi vivere la giustizia di Dio – anche quando nessuno mi osserva?
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📅 5 – 11 ottobre 2025
📚 CREDI AI SUOI PROFETI
📖 Lettura settimanale dello Spirito di Profezia
📘 Ellen White | Patriarchi e Profeti – Capitolo 31
🔥 Nadab e Abihu
🌐 Leggi online qui
🔵 Introduzione
Il servizio del santuario non era un incarico ordinario.
Dio stesso aveva stabilito ogni dettaglio – dal sacrificio al ministero sacerdotale.
La storia di Nadab e Abiu, figli di Aronne, mostra in modo drammatico ciò che accade quando si disattendono le chiare istruzioni di Dio – anche con le migliori intenzioni.
La loro morte non fu soltanto un atto di giudizio, ma un avvertimento permanente per tutti coloro che si avvicinano a Dio.
Testi biblici chiave:
- Levitico 10:1–3 – La colpa di Nadab e Abiu
- 1 Pietro 2:9 – «Voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale»
- 1 Corinzi 3:17 – «Voi siete il tempio di Dio»
- Proverbi 14:12 – «C’è una via che all’uomo sembra diritta…»
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🟡 Commento
1. La chiamata al servizio santo
Dopo la consacrazione del tabernacolo, il ministero sacerdotale iniziò solennemente con un segno visibile di Dio:
un fuoco scese dal cielo e consumò il sacrificio. Fu un momento sacro, pieno di timore reverenziale.
→ Lezione: ciò che Dio santifica deve essere trattato come santo – senza eccezioni.
2. Il peccato di Nadab e Abiu
Nonostante la loro posizione privilegiata come figli del sommo sacerdote, Nadab e Abiu disobbedirono agli ordini di Dio.
Offrirono “fuoco estraneo” – probabilmente secondo una forma scelta da loro stessi, senza la necessaria preparazione spirituale.
Allora uscì un fuoco dalla presenza di Dio che li consumò.
→ Problema fondamentale: agirono di propria iniziativa, non in obbedienza.
→ Causa: mancanza di autodisciplina, influenza del vino (ebbrezza), disprezzo dell’ordine divino.
3. Il severo standard di Dio
Dio rese chiaro che nemmeno i legami familiari (Aronne come padre) o una posizione elevata proteggono dalle conseguenze.
Mosè disse:
«Io sarò santificato in quelli che si avvicinano a me.» (Levitico 10:3)
→ Messaggio: più una persona si avvicina a Dio, maggiore è la sua responsabilità.
4. Mancanza di guida e responsabilità genitoriale
Il testo evidenzia che la tolleranza di Aronne e la mancanza di fermezza nell’educazione contribuirono indirettamente alla tragedia.
→ Lezione per oggi: i genitori plasmano la vita spirituale dei loro figli.
L’amore deve essere accompagnato da guida e disciplina coerente.
5. Avvertimento contro l’autoillusione
Nonostante alte esperienze spirituali (visioni, chiamate, benedizioni), nessuno è al di sopra della legge di Dio.
La conoscenza non protegge dal castigo se manca l’obbedienza.
→ Applicazione moderna: le esperienze religiose non sostituiscono la fedeltà quotidiana né la sottomissione alla volontà divina.
6. L’influenza delle sostanze inebrianti
Nadab e Abiu non erano sobri – né fisicamente né spiritualmente.
Il vino offuscò il loro discernimento.
→ Chiaro avvertimento: chi ha responsabilità deve mantenersi puro e lucido.
→ 1 Corinzi 6:19–20: «Il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo…»
7. Parallelo attuale: il sacerdozio spirituale
1 Pietro 2:9 ci ricorda che tutti i credenti sono sacerdoti in senso spirituale.
→ La stessa cura e lo stesso rispetto per le cose sacre sono richiesti anche a noi.
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🟢 Riassunto
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La santità non è un’emozione, ma l’obbedienza all’ordine di Dio.
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L’agire indipendente nel servizio sacro può avere gravi conseguenze.
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L’ebbrezza – sia di vino, sia di orgoglio o di negligenza – distrugge la vigilanza spirituale.
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I genitori condividono la responsabilità per il fondamento spirituale dei loro figli.
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Dio è santo – e si aspetta che il Suo popolo tratti il sacro con rispetto.
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📢 Messaggio per noi oggi
Lo standard di Dio per noi non è inferiore a quello richiesto a Nadab e Abiu – anzi, è più alto.
Più grande è la nostra luce, la nostra conoscenza e la nostra chiamata, maggiore è la nostra responsabilità.
Ma Dio ci fornisce tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere in purezza e obbedienza davanti a Lui.
Il nostro servizio non è meccanico, ma sacro.
Non c’è spazio per abitudine, negligenza o auto-determinazione.
Dio ci chiama alla riverenza, alla sobrietà e alla dedizione.
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💬 Spunto di riflessione
«Vivo la mia fede con santa riverenza – o per semplice abitudine?
Dove ho bisogno di maggiore lucidità spirituale per distinguere tra ciò che è sacro e ciò che è comune?»
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📅 5 – 11 ottobre 2025
📚 CREDI AI SUOI PROFETI
📖 Lettura settimanale dello Spirito di Profezia
📘 Ellen White | Patriarchi e Profeti – Capitolo 32
🔥 La legge e le alleanze
🌐 Leggi online qui
🔵 Introduzione
Molti cristiani oggi si chiedono:
Cosa resta valido della legge di Dio? L’Antico Testamento è ormai superato?
Qual è il ruolo della legge, dei sacrifici e delle alleanze nel piano della salvezza?
Questo capitolo offre una risposta profonda e fondata biblicamente, mostrando che la legge di Dio non è un relitto del passato:
è il fondamento del Suo governo, l’espressione del Suo amore e lo specchio del nostro carattere.
Le alleanze con Adamo, Abramo, Israele e attraverso Cristo rappresentano tappe di un unico piano di redenzione in continua attuazione.
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🟡 Commento
1. La legge di Dio: immutabile fin da Eden
Adamo ed Eva conoscevano la legge di Dio – era scritta nei loro cuori.
Dopo la caduta, la legge non fu modificata; iniziò piuttosto il piano della redenzione.
I sacrifici di animali furono introdotti come simbolo del Redentore che doveva venire.
La legge non fu mai la causa del peccato, ma ne mise in luce la realtà.
→ Versetto chiave: Genesi 26:5 – Abramo «ubbidì alla mia voce, osservò i miei ordini, i miei comandamenti, i miei statuti e le mie leggi».
2. Due leggi: morale e cerimoniale
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La legge morale (i Dieci Comandamenti): scritta da Dio su tavole di pietra, eterna e universale.
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La legge cerimoniale: composta da sacrifici e riti simbolici, temporanea e indicante Cristo.
Oggi molti confondono le due leggi e pensano che quella morale sia stata “abolita” – un grave errore.
Cristo non ha abolito la legge morale, ma ha adempiuto i simboli (Colossesi 2:14).
→ Matteo 5:17–18: «Non sono venuto per abolire, ma per compiere.»
3. Due alleanze: antica e nuova
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Antica alleanza: stipulata al Sinai, basata sull’obbedienza umana – il popolo disse: «Faremo tutto ciò che il Signore ha detto.»
Il problema era la fiducia in sé stessi anziché la comprensione spirituale. -
Nuova alleanza: fondata sulla grazia e sulla trasformazione interiore, scritta «nei cuori» (Geremia 31:33).
La nuova alleanza non sostituisce la legge, ma porta l’uomo in armonia con essa.
→ Romani 3:31: «Annulliamo dunque la legge mediante la fede? No di certo!»
4. Cristo – centro della legge e dell’alleanza
Gesù, prima ancora della Sua incarnazione, era il Mediatore e la Luce del mondo.
Fu Lui a parlare al Sinai, a dare a Mosè le istruzioni e a guidare Israele nel deserto.
Nel Nuovo Testamento Egli rivela gli stessi principi, vissuti in perfetto amore.
Il Vangelo non presenta nuovi principi, ma illumina quelli antichi.
→ 2 Corinzi 5:19: «Dio riconciliava con sé il mondo in Cristo.»
5. Israele come luce per il mondo
L’obiettivo di Dio era un popolo che riflettesse il Suo amore attraverso l’obbedienza.
Israele doveva essere «una luce per le nazioni», ma l’orgoglio e l’idolatria ne oscurarono la missione.
Il mandato resta valido: il popolo di Dio oggi è chiamato a essere luce – nel mondo, ma non del mondo.
→ Matteo 5:14–16: «Voi siete la luce del mondo… così risplenda la vostra luce davanti agli uomini.»
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🟢 Riassunto
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La legge di Dio è eterna, santa e immutabile – lo specchio del Suo carattere.
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La legge cerimoniale era temporanea e trovò il suo compimento in Cristo.
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L’antica alleanza rivelò la necessità di un Redentore; la nuova alleanza porta il cambiamento del cuore.
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Cristo è il centro della legge, dell’alleanza e del piano della salvezza – ieri, oggi e in eterno.
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Oggi siamo chiamati a custodire la legge nel cuore e a portare la luce di Dio agli uomini.
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📢 Messaggio per noi oggi
Il piano di Dio non è mai cambiato.
I Suoi comandamenti non sono un peso, ma un cammino di vita.
La nuova alleanza non è una licenza per l’illegalità, ma un invito a una vera trasformazione del cuore per opera dello Spirito Santo.
In Cristo non siamo “senza legge”, ma in armonia con la legge,
perché Egli la scrive nei nostri cuori.
Il mondo oggi ha bisogno di persone che non solo conoscano la volontà di Dio,
ma che la vivano per amore.
L’obbedienza della fede è il segno distintivo del vero popolo di Dio.
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💬 Spunto di riflessione
«Porto la legge di Dio su tavole di pietra o nel mio cuore?
Vivo con le mie forze – o nella potenza della nuova alleanza?»
