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Lezione 9: Nei Salmi: Seconda parte

📘 9.5 Affinché la tua via sia conosciuta
Ambasciatori luminosi della salvezza in un mondo oscuro

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🟦 Introduzione

Arriva un momento nella vita in cui bisogna decidere: voglio solo ricevere la luce di Dio – o voglio anche trasmetterla? Il Salmo 67 è più di un inno di lode – è un appello missionario. La luce che brilla su di noi desidera raggiungere il mondo attraverso di noi. In connessione con Apocalisse 14, è chiaro: il popolo di Dio non è chiamato a godere passivamente, ma a risplendere attivamente. Ma lo stiamo davvero facendo?

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📖 Studio biblico – Salmo 67 & Apocalisse 14,6–12

1. Salmo 67 – Una preghiera per il mondo intero
«Dio abbia pietà di noi e ci benedica, faccia risplendere il suo volto su di noi – Sela – affinché sulla terra si conosca la tua via, fra tutte le nazioni la tua salvezza.»
(Salmo 67,2–3)

Il Salmo inizia con una benedizione sacerdotale (cfr. Numeri 6,24–26).

🎯 Obiettivo: non solo consolazione personale, ma irradiamento globale.

La grazia di Dio deve essere visibile – affinché tutti i popoli Lo conoscano.

Messaggio centrale:
La luce di Dio non è esclusiva – è destinata a tutti.

2. Apocalisse 14,6–12 – I tre messaggi angelici
«E vidi un altro angelo volare in mezzo al cielo, con il Vangelo eterno da annunciare a quelli che abitano sulla terra…»
(Apocalisse 14,6)

La chiesa sta con Cristo sul monte Sion – non come élite, ma come ambasciatori.

Porta i “tre messaggi angelici”: giudizio, adorazione del Creatore, avvertimento contro la bestia.

È un movimento globale, non un club privato.

Connessione con il Salmo 67:
La luce del Vangelo deve raggiungere tutte le nazioni, non solo “gli eletti”.

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📖 Risposte alle domande

📌 Domanda 1: Leggi il Salmo 67. In che modo questo canto influenza la tua comprensione del ruolo del popolo di Dio in Apocalisse 14,6–12?

Il Salmo 67 mostra che la benedizione di Dio non è mai pensata per l’auto-glorificazione. È uno stimolo a trasmettere. Apocalisse 14 è l’attuazione concreta di questa idea nel tempo della fine.

📌 Domanda 2: Quale dovere dovremmo sentire, come chiesa e come individui, per trasmettere agli altri la verità che tanto amiamo?

Non abbiamo solo una responsabilità – abbiamo una santa vocazione.

Se conosciamo la verità che salva, non possiamo rimanere in silenzio.
È come tapparsi le orecchie durante l’allarme antincendio mentre altri dormono.

La verità non è un privilegio – è una missione.

🪞 Chiediamoci:
– Sono un portatore di luce – o un ostacolo alla luce?
– Come posso rendere visibile il Vangelo nella mia realtà quotidiana?

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Principi spirituali

  • Dio ci benedice per benedire attraverso di noi.

  • La verità ci chiama alla responsabilità.

  • La chiesa è globale.

  • Il messaggio degli ultimi tempi è per ogni nazione.

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🧩 Applicazione nella vita quotidiana

🌍 La missione inizia nella vita quotidiana: un invito gentile, una testimonianza vissuta, una conversazione piena di speranza.
🕯 Vivi visibilmente: mostra con le opere ciò che credi. Parla con amore e verità.
📱 Usa i media: condividi messaggi di fede – la tua luce può brillare anche online.
🙏 Prega per occasioni: «Signore, mostrami oggi a chi posso portare la tua luce.»

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Conclusione

Il Salmo 67 ci interpella: non tratteniamo la luce di Dio per noi.
Apocalisse 14 ci mostra quanto è serio questo mandato nel tempo della fine.

Se abbiamo conosciuto la luce del Vangelo, non possiamo rimanere nell’ombra.
Dobbiamo uscire – anche se costa.

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💭 Pensiero del giorno

«Dio ha fatto risplendere il suo volto su di te – affinché altri trovino in te la via verso di Lui.»

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🎨 Illustrazione – La luce dietro il muro

Mira si infilava lentamente le scarpe da lavoro. Era presto, ancora buio fuori – e dentro. La casa di riposo “Pace Sera” era silenziosa, solo il ronzio della luce d’emergenza e qualche passo lontano rompevano il silenzio. Ogni giorno era lì, ogni giorno lo stesso ritmo – eppure qualcosa dentro di lei era cambiato. Silenziosamente. Come una luce che stava per spegnersi.

Accanto all’ingresso della cucina c’era la sua vecchia Bibbia. Quel giorno aveva letto il Salmo 67: «… affinché si conosca sulla terra la tua via…» E si era chiesta: come? Come vedranno la salvezza di Dio, se io stessa non sento più speranza?

Rashid era nuovo. Diciotto anni, occhi scuri, una voce che parlava poco. Rifugiato dalla Siria, le avevano detto. Era stato affidato a lei. Doveva insegnargli. Ma aveva un muro intorno, più spesso di qualsiasi corazza. Quando lo incontrò per la prima volta, disse solo: «Non sono qui per scelta. L’ufficio me l’ha imposto.» E poi: «Tu credi in Dio, vero? I tuoi occhi ti tradiscono. Io l’ho perso. Ad Aleppo.»

Lei tacque. Non per paura, ma perché sapeva che certe parole non si coprono con risposte rapide.

Alcuni giorni dopo, Rashid incontrò il signor Bergmann. Stanza 7. Un anziano signore ebreo, con sottile ironia e profonda sensibilità. Guardò il nome di Rashid sul grembiule e disse: «Un arabo che lava un ebreo – se questo non è umorismo divino!» Rashid rise. Per la prima volta. E rimase.

Settimana dopo settimana qualcosa cambiò. Quasi invisibile. Come una crepa nel muro. Rashid cominciò a fare domande. Osservava. Aiutava un anziano con demenza a lavarsi i denti, senza che nessuno lo chiedesse. Rimaneva più del necessario.

Una sera, dopo il turno, si avvicinò a Mira. Aveva in mano un foglio stropicciato – il Salmo 67.
«L’ho trovato nella stanza del signor Bergmann. Vicino alla sua Bibbia. L’ho letto… tre volte. Non capisco tutto. Ma questa frase… ‘fa’ risplendere il suo volto su di noi’… pensi che valga anche per me?»

Mira deglutì. Se lo era chiesto anche lei. Ma ora, con Rashid davanti, sentiva la luce tornare.

«Sai», disse piano, «credo che anche il cuore più oscuro – anche quello che abbiamo dipinto di nero – non può fermare la luce di Dio. Trova sempre una via. Sempre.»

Qualche giorno dopo vide il signor Bergmann da solo. Era più debole, ma i suoi occhi brillavano ancora.
«Quel ragazzo… porterà più luce di molti che dicono di averla già», disse.

L’ultimo giorno di tirocinio, Rashid era seduto sulla panchina davanti alla casa. Mira si avvicinò. Non parlò subito. Poi le porse un foglio. Una poesia. Scritta da lui.

Sono arrivato con oscurità negli occhi,
con rabbia nel cuore, senza niente.
Ma parole mi hanno colpito come luce,
credo – anche se ancora non vedo.

La guardò.
«Ieri ho pregato. Solo per un attimo. Ho detto: Dio, se ci sei, non farmi solo uno che riceve. Fammi uno che dà.»

Mira sorrise. Lacrime agli occhi. Pensò ad Apocalisse 14, all’angelo che vola per annunciare il Vangelo a tutte le nazioni. Alla luce che non rimane per sé.

Posò la mano sulla sua spalla.
«Allora vai», disse. «Vai e diventa la luce che cercavi.»

Passò un anno. Rashid non era più nella casa di riposo. Lavorava come volontario in un centro giovanile. Raccontava la sua storia. Parlava di ombre. E di luce.

Mira rimase. E ogni mattina leggeva il Salmo 67. E sapeva: il volto di Dio risplende.
Non solo su chi è forte. Ma su chi ha imparato che la luce brilla più forte quando viene condivisa.

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