📅 22 novembre 2025
📚 CREDI AI SUOI PROFETI
📖 Lettura biblica quotidiana
⚖️ Giudici 9 – Abimelech: quando il potere diventa una trappola
✨ Un capitolo su ambizione, inganno e giudizio divino
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📜 Testo biblico – Giudici 9 (Riveduta 1927)
1 Or Abimelec, figliuolo di Ierubbaal, andò a Sichem dai fratelli di sua madre e parlò loro e a tutta la famiglia del padre di sua madre, dicendo:
2 “Deh, dite ai Sichemiti, in modo che tutti odano: Qual cosa e migliore per voi, che settanta uomini, tutti figliuoli di Ierubbaal, regnino su voi, oppure che regni su voi uno solo? E ricordatevi ancora che io sono vostre ossa e vostra carne”.
3 I fratelli di sua madre parlarono di lui ripetendo a tutti i Sichemiti tutte quelle parole; e il cuor loro s’inchinò a favore di Abimelec, perché dissero: “E’ nostro fratello”.
4 E gli diedero settanta sicli d’argento, che tolsero dal tempio di Baal-Berith, coi quali Abimelec assoldò degli uomini da nulla e audaci che lo seguirono.
5 Ed egli venne alla casa di suo padre, a Ofra, e uccise sopra un stessa pietra i suoi fratelli, figliuoli di Ierubbaal, settanta uomini; ma Jotham, figliuolo minore di Ierubbaal, scampò, perché s’era nascosto.
6 Poi tutti i Sichemiti e tutta la casa di Millo si radunarono e andarono a proclamar re Abimelec, presso la quercia del monumento che si trova a Sichem.
7 E Jotham, essendo stato informato della cosa, andò a porsi sulla sommità del monte Garizim, e alzando la voce gridò: “Ascoltatemi, Sichemiti, e vi ascolti Iddio!
8 Un giorno, gli alberi si misero in cammino per ungere un re che regnasse su loro; e dissero all’ulivo: Regna tu su noi.
9 Ma l’ulivo rispose loro: Rinunzierei io al mio olio che Dio e gli uomini onorano in me, per andare ad agitarmi al disopra degli alberi?
10 Allora gli alberi dissero al fico: Vieni tu a regnare su noi.
11 Ma il fico rispose loro: Rinunzierei io alla mia dolcezza e al mio frutto squisito per andare ad agitarmi al disopra degli alberi?
12 Poi gli alberi dissero alla vite: Vieni tu a regnare su noi.
13 Ma la vite rispose loro: Rinunzierei io al mio vino che rallegra Dio e gli uomini, per andare ad agitarmi al disopra degli alberi?
14 Allora tutti gli alberi dissero al pruno: Vieni tu a regnare su noi.
15 E il pruno rispose agli alberi: Se è proprio in buona fede che volete ungermi re per regnare su voi, venite a rifugiarvi sotto l’ombra mia; se no, esca un fuoco dal pruno e divori i cedri del Libano!
16 E ora, se vi siete condotti con fedeltà e con integrità proclamando re Abimelec, se avete agito bene verso Ierubbaal e la sua casa, se avete ricompensato lui, mio padre, di quel che ha fatto per voi
17 quando ha combattuto per voi, quando ha messo a repentaglio la sua vita e vi ha liberati dalle mani di Madian,
18 mentre voi, oggi, siete insorti contro la casa di mio padre, avete ucciso i suoi figliuoli, settanta uomini, sopra una stessa pietra, e avete proclamato re dei Sichemiti Abimelec, figliuolo della sua serva, perché è vostro fratello,
19 se, dico, avete oggi agito con fedeltà e con integrità verso Ierubbaal e la sua casa, godetevi Abimelec, e Abimelec si goda di voi!
20 Se no, esca da Abimelec un fuoco, che divori i Sichemiti e la casa di Millo, ed esca dai Sichemiti e dalla casa di Millo un fuoco, che divori Abimelec!”
21 Poi Jotham corse via, fuggì e andò a stare a Beer, per paura di Abimelec, suo fratello.
22 E Abimelec signoreggiò sopra Israele tre anni.
23 Poi Iddio mandò un cattivo spirito fra Abimelec e i Sichemiti, e i Sichemiti ruppero fede ad Abimelec,
24 affinché la violenza fatta ai settanta figliuoli di Ierubbaal ricevesse il suo castigo, e il loro sangue ricadesse sopra Abimelec, loro fratello, che li aveva uccisi, e sopra i Sichemiti che gli avean prestato mano a uccidere i suoi fratelli.
25 I Sichemiti posero in agguato contro di lui, sulla cima de’ monti, della gente che svaligiava sulla strada chiunque le passasse vicino. E Abimelec fu informato della cosa.
26 Poi Gaal, figliuolo di Ebed, e i suoi fratelli vennero e si stabilirono a Sichem, e i Sichemiti riposero in lui la loro fiducia.
27 E, usciti alla campagna, vendemmiarono le loro vigne, pestarono le uve, e fecero festa. Poi entrarono nella casa del loro dio, mangiarono, bevvero, e maledissero Abimelec.
28 E Gaal, figliuolo di Ebed, disse: “Chi è Abimelec, e che cos’è Sichem, che abbiamo a servire ad Abimelec? non è egli figliuolo di Ierubbaal? e Zebul non è egli suo commissario? Servite agli uomini di Hamor, padre di Sichem! Ma noi perché serviremmo a costui?
29 Ah, se avessi in poter mio questo popolo, io caccerei Abimelec!” Poi disse ad Abimelec: “Rinforza il tuo esercito e fatti avanti!”
30 Or Zebul, governatore della città, avendo udito le parole di Gaal, figliuolo di Ebed, s’accese d’ira,
31 e mandò segretamente de’ messi ad Abimelec per dirgli: “Ecco, Gaal, figliuolo di Ebed, e i suoi fratelli son venuti a Sichem, e sollevano la città contro di te.
32 Or dunque, lèvati di notte con la gente che è teco, e fa, un’imboscata nella campagna;
33 e domattina, non appena spunterà il sole, ti leverai e piomberai sulla città. E quando Gaal con la gente che è con lui uscirà contro a te, tu gli farai quel che sarà necessario”.
34 Abimelec e tutta la gente ch’era con lui si levaron di notte, e fecero un’imboscata contro a Sichem, divisi in quattro schiere.
35 Intanto Gaal, figliuolo di Ebed, uscì, e si fermò all’ingresso della porta della città; e Abimelec uscì dall’imboscata con la gente ch’era con lui.
36 Gaal, veduta quella gente, disse a Zebul: “Ecco gente che scende dall’alto de’ monti”. E Zebul gli rispose: “Tu vedi l’ombra de’ monti e la prendi per uomini”.
37 E Gaal riprese a dire: “Guarda, c’è gente che scende dalle alture del paese, e una schiera che giunge per la via della quercia degl’indovini”.
38 Allora Zebul gli disse: “Dov’è ora la tua millanteria di quando dicevi: Chi è Abimelec, che abbiamo a servirgli? Non è questo il popolo che disprezzavi? Orsù, fatti avanti e combatti contro di lui!”
39 Allora Gaal uscì alla testa dei Sichemiti, e diè battaglia ad Abimelec.
40 Ma Abimelec gli diè la caccia, ed egli fuggì d’innanzi a lui, e molti uomini caddero morti fino all’ingresso della porta.
41 E Abimelec si fermò ad Aruma, e Zebul cacciò Gaal e i suoi fratelli, che non poteron più rimanere a Sichem.
42 Il giorno seguente, il popolo di Sichem uscì alla campagna; e Abimelec ne fu informato.
43 Egli prese allora la sua gente, la divise in tre schiere, e fece un’imboscata ne’ campi; e quando vide che il popolo usciva dalla città, gli si levò contro e ne fece strage.
44 Poi Abimelec e la gente che avea seco si slanciarono e vennero a porsi all’ingresso della porta della città, mentre le altre due schiere si gettarono su tutti quelli che erano nella campagna, e ne fecero strage.
45 E Abimelec attaccò la città tutto quel giorno, la prese e uccise il popolo che vi si trovava; poi spianò la città e vi seminò del sale.
46 Tutti gli abitanti della torre di Sichem, all’udir questo, si ritirarono nel torrione del tempio di El-Berith.
47 E fu riferito ad Abimelec che tutti gli abitanti della torre di Sichem s’erano adunati quivi.
48 Allora Abimelec salì sul monte Tsalmon con tutta la gente ch’era con lui; diè di piglio ad una scure, tagliò un ramo d’albero, lo sollevò e se lo mise sulla spalla; poi disse alla gente ch’era con lui: “Quel che m’avete veduto fare fatelo presto anche voi!”
49 Tutti tagliaron quindi anch’essi de’ rami, ognuno il suo, e seguitarono Abimelec; posero i rami contro al torrione, e arsero il torrione con quelli che v’eran dentro. Così perì tutta la gente della torre di Sichem, circa mille persone, fra uomini e donne.
50 Poi Abimelec andò a Thebets, la cinse d’assedio e la prese.
51 Or in mezzo alla città c’era una forte torre, dove si rifugiarono tutti gli abitanti della città, uomini e donne; vi si rinchiusero dentro, e salirono sul tetto della torre.
52 Abimelec, giunto alla torre, l’attaccò, e si accostò alla porta della torre per appiccarvi il fuoco.
53 Ma una donna gettò giù un pezzo di macina sulla testa di Abimelec e gli spezzò il cranio.
54 Ed egli chiamò tosto il giovane che gli portava le armi, e gli disse: “Tira fuori la spada e uccidimi, affinché non si dica: L’ha ammazzato una donna!” Il suo giovane allora lo trafisse, ed egli morì.
55 E quando gl’Israeliti ebbero veduto che Abimelec era morto, se ne andarono, ognuno a casa sua.
56 Così Dio fece ricadere sopra Abimelec il male ch’egli avea fatto contro suo padre, uccidendo settanta suoi fratelli.
57 Iddio fece anche ricadere sul capo della gente di Sichem tutto il male ch’essa avea fatto; e su loro si compié la maledizione di Jotham, figliuolo di Ierubbaal.
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🔵 Introduzione
Il capitolo 9 del libro dei Giudici è una storia drammatica, piena di intrighi politici, abuso di potere e giudizio divino. Racconta come Abimelech – figlio di Gedeone (Jerubbaal) – divenne re attraverso la violenza e l’inganno, ma alla fine perì a causa della stessa violenza che aveva seminato. Le lezioni di questo capitolo sono serie e molto attuali.
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🟡 Commento
🟫 1. L’ascesa tramite la violenza (versetti 1–6)
Abimelech vuole diventare re – non per chiamata divina, ma attraverso la manipolazione. Uccide i suoi settanta fratelli per governare da solo. Gli abitanti di Sichem lo sostengono – per interesse familiare, non per volontà di Dio.
→ Un potere non fondato sulla chiamata di Dio è pericoloso fin dall’inizio.
🟫 2. La parabola di Jotam (versetti 7–21)
Jotam, l’unico fratello sopravvissuto, racconta la famosa parabola degli alberi che cercano un re. Alberi nobili come l’olivo, il fico e la vite rifiutano; solo il rovo accetta.
→ L’avvertimento è chiaro: quando si scelgono leader malvagi e distruttivi, si devono affrontare le conseguenze devastanti del loro carattere.
🟫 3. Distruzione interna (versetti 22–45)
Dopo tre anni, i Sichemiti si rivoltano contro Abimelech. Seguono intrighi, tradimenti e violenza – esattamente gli strumenti con cui il suo regno era iniziato. La città viene distrutta e persino cosparsa di sale.
→ Chi governa con l’ingiustizia raccoglierà distruzione.
🟫 4. La tragica fine (versetti 50–57)
Abimelech muore ironicamente per mano di una donna che gli getta una macina sulla testa. Per evitare questa “vergogna”, chiede al suo scudiero di ucciderlo.
→ Orgoglio fino all’ultimo respiro – ma è Dio ad avere l’ultima parola.
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🟢 Riassunto
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Abimelech non fu chiamato da Dio, ma prese il potere con la violenza.
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Il popolo lo sostenne – diventando complice.
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Il giudizio di Dio colpì entrambi.
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La parabola di Jotam fu profetica: chi si sottomette a un rovo sarà consumato dal suo fuoco.
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Dio non si lascia deridere – alla fine la giustizia trionfa.
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📢 Messaggio per noi oggi
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Non tutti coloro che hanno potere o influenza sono posti lì da Dio.
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Spesso le persone seguono falsi leader per interesse personale.
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Attenzione al “rovo” – esistono forme di leadership che portano solo distruzione.
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Dio vede anche ciò che avviene nel segreto.
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Il peccato porta conseguenze durature – per chi lo commette e per chi lo sostiene.
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💡 Spunto di riflessione
In quali aree della tua vita insegui i tuoi obiettivi con mezzi sbagliati?
Scegli i tuoi “leader” (influenze, ideali, voci) con discernimento spirituale – oppure perché è comodo o familiare?
Sei disposto, come Jotam, ad alzarti e dire la verità anche quando devi farlo da solo?
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📅 16 – 22 novembre 2025
📚 CREDI AI SUOI PROFETI
📖 Lettura settimanale dello Spirito di Profezia
📘 Ellen White | Patriarchi e Profeti – Capitolo 41
🔥 L’apostasia al Giordano | Avvertimento contro la caduta spirituale e la seduzione morale
🌐 Leggi online qui
🔵 Introduzione
Il popolo d’Israele si trovava alle porte della Terra Promessa. Dopo grandi vittorie e una guida divina evidente, la patria tanto attesa era a portata di mano. Ma proprio in quel momento di successo esteriore, di calma e di prosperità, si verificò una delle più gravi cadute spirituali della storia di Israele: la ribellione a Baal-Peor.
Questo capitolo mostra chiaramente come la seduzione morale, l’infedeltà spirituale e il mescolarsi col mondo abbiano separato il popolo di Dio dal suo Signore – e quali profonde lezioni spirituali contenga per noi oggi.
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🟡 Commento
🟪 1. L’ambiente di Sittim – Bellezza e pericolo
Israele era accampato in una fertile pianura tropicale lungo il Giordano. Benessere, bellezza e tranquillità rilassarono il popolo – ma anche lo disarmarono. Questa fase di riposo divenne una trappola spirituale.
🟪 2. La seduzione segreta delle madianite
Donne madianite entrarono silenziosamente nell’accampamento. Non cercavano amicizia, ma miravano a sedurre il popolo nel peccato. Sotto la maschera dell’armonia e della cultura, gli Israeliti furono trascinati nell’idolatria e nell’immoralità.
🟪 3. La festa in onore degli idoli – La strategia di Balaam
Balaam, che non era riuscito a maledire Israele, trovò un altro modo: condusse il popolo vicino alla tentazione. Musica, vino, feste e stimoli sensuali distrussero l’autocontrollo. Dalla caduta morale si passò all’idolatria.
🟪 4. L’epidemia mortale – Le conseguenze della caduta
Il collasso spirituale e morale ebbe effetti catastrofici:
– scoppiò una piaga che uccise decine di migliaia
– i capi della ribellione furono giustiziati
– il campo subì una purificazione drastica
🟪 5. Lo zelo di Fineas
Fineas agì con santa determinazione per fermare il giudizio.
Dio approvò la sua azione e gli concesse l’«alleanza di pace» – un sacerdozio eterno.
Il messaggio: lo zelo di Dio contro il peccato è espressione del suo amore per il popolo.
🟪 6. Il giudizio di Dio su Madian
Poiché Madian aveva deliberatamente spinto Israele al peccato, seguì un giudizio divino.
Lezione: chi induce altri a cadere porta una grande responsabilità davanti a Dio.
🟪 7. L’avvertimento senza tempo – dall’Antico Testamento alla fine dei tempi
Questo racconto non appartiene solo al passato. Paolo disse chiaramente:
«Ora queste cose avvennero come esempio… e sono state scritte per ammonire noi» (1 Corinzi 10:11).
Come allora:
– seduzione tramite piaceri
– mescolanza con valori mondani
– indifferenza morale
– gioco con la tentazione
portano ancora oggi all’allontanamento da Dio.
🟪 8. Il meccanismo spirituale della caduta
La caduta non avviene all’improvviso, ma:
– i pensieri si fanno impuri
– la vigilanza diminuisce
– la preghiera viene trascurata
– si diventa superficiali nei rapporti col mondo
– i piccoli compromessi si accumulano
– infine, l’uomo cade visibilmente nel peccato
🟪 9. La via d’uscita di Dio: purezza del cuore
La Bibbia invita a un cuore santificato e custodito:
– «Custodisci il tuo cuore» (Proverbi 4:23)
– «Cingete i lombi della vostra mente» (1 Pietro 1:13)
– «Tutto ciò che è vero… pensate a questo» (Filippesi 4:8)
– «Crea in me un cuore puro» (Salmo 51:12)
La vittoria sulla tentazione comincia nel cuore, non nel comportamento.
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🟢 Riassunto
La caduta presso il Giordano mostra che il nemico più pericoloso del popolo di Dio non è esterno, ma la sua vulnerabilità interiore. Israele non cadde in guerra, ma per corruzione morale e negligenza spirituale. La strada verso il peccato fu graduale, portò alla dissolutezza pubblica e si concluse con un giudizio severo. Ma Dio offre purezza, rinnovamento e protezione a chi rimane vigilante e custodisce la sua Parola nel cuore.
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📢 Messaggio per noi oggi
Dal punto di vista spirituale, anche noi siamo oggi vicini al “Canaan celeste” quanto lo era Israele. Proprio per questo il pericolo è grande: nella fase finale della storia, possiamo cadere per comodità, mondanità o tentazioni morali. Satana usa le stesse armi di allora:
– stimoli sensuali
– ricerca del piacere
– mescolanza con valori empî
– abbandono della preghiera
– compromessi nel pensiero
Dio ci chiama quindi a:
vigilanza, purezza di cuore, separazione dalle influenze distruttive e profonda comunione con la sua Parola.
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💬 Spunto di riflessione
Quali sono i miei «momenti di Sittim» – tempi di pace o autocompiacimento in cui sono particolarmente vulnerabile alla tentazione?
E come posso custodire il mio cuore prima che piccoli compromessi portino a grandi peccati?
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📅 16 – 22 novembre 2025
📚 CREDI AI SUOI PROFETI
📖 Lettura settimanale dello Spirito di Profezia
📘 Ellen White | Patriarchi e Profeti – Capitolo 42
🔥 La ricapitolazione della legge | Le ultime esortazioni di Mosè e il permanente appello di Dio all’ubbidienza
🌐 Leggi online qui
🔵 Introduzione
Poco prima dell’ingresso nella Terra Promessa, Mosè raduna il popolo d’Israele un’ultima volta. Egli sa che il suo tempo come guida sta per finire – e che lui stesso non entrerà in Canaan. Ma prima di andarsene, ripete la legge di Dio e ricorda la grande responsabilità che nasce dal patto con Dio. Con un appello appassionato e lungimirante, chiama il popolo alla fedeltà, all’ubbidienza e alla scelta per la vita.
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🟡 Commento
🟪 1. L’addio di Mosè – umiltà e preoccupazione
Mosè chiede a Dio di poter entrare nel paese – ma Dio non glielo permette. Mosè accetta il giudizio divino e non pensa a se stesso, ma al popolo. Chiede un successore – e Dio sceglie Giosuè.
🟪 2. La chiamata di Giosuè – un leader spirituale viene nominato
Dio sceglie Giosuè, «un uomo in cui è lo Spirito» (Numeri 27:18). Mosè gli conferisce autorità con l’imposizione delle mani davanti a tutto il popolo. Questo mostra che la vera guida non nasce da ambizione umana, ma da una chiamata divina.
🟪 3. Perché la legge doveva essere ripetuta
La nuova generazione era giovane al tempo del Sinai. Doveva ascoltare di nuovo la legge di Dio per comprendere che l’ubbidienza è la base del benedizione, della sicurezza e della comunione con Dio. La ripetizione mirava a toccare di nuovo cuore e coscienza.
🟪 4. Ricordo della guida e della grazia di Dio
Mosè ricorda a Israele:
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la liberazione dall’Egitto
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i miracoli nel deserto
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il dono della legge
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la vicinanza di Dio
Mostra che nessun altro popolo fu mai così amato, guidato e benedetto.
🟪 5. Israele – scelto per amore, non per merito
«Non perché eravate più numerosi… ma perché vi ha amati» (Deut. 7:7-9). Il patto si basa sulla fedeltà e sulla grazia di Dio – non sulla forza umana. Questa verità protegge da orgoglio e autosufficienza.
🟪 6. La Terra Promessa – dono e responsabilità allo stesso tempo
Mosè descrive il paese: fertile, bello, curato da Dio. Ma subito arriva l’avvertimento: quando sarete sazi, non dimenticate il Signore (Deut. 6:10-12). Il benessere può diventare un pericolo quando rende spiritualmente sonnolenti.
🟪 7. Benedizione e maledizione – la scelta della vita
Il capitolo 28 contiene due lunghe liste:
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Benedizioni per l’ubbidienza: abbondanza, protezione, successo
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Maledizioni per la disubbidienza: miseria, dispersione, giudizio
Questi avvertimenti si adempirono tragicamente nella storia d’Israele, anche nella distruzione di Gerusalemme da parte di Roma.
🟪 8. L’appello solenne: Scegli la vita!
«Io ho posto davanti a te la vita e la morte, la benedizione e la maledizione… Scegli dunque la vita» (Deut. 30:19).
Dio non costringe – invita.
L’ubbidienza non è un dovere esteriore, ma una scelta d’amore per Dio.
🟪 9. Il Cantico di Mosè – memoria in forma poetica
Per imprimere tutto nella mente, Mosè compone un canto. Narra le opere di Dio e richiama alla fedeltà. Il popolo deve impararlo a memoria e trasmetterlo alle generazioni future – affinché la verità di Dio raggiunga il cuore.
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🟢 Riassunto
Il capitolo 42 rappresenta l’ultimo grande discorso di Mosè prima della sua morte. Egli ripete la legge, chiama il popolo alla decisione e trasferisce la leadership a Giosuè. Il cuore del suo messaggio: Israele è stato scelto per grazia – ora deve rispondere con ubbidienza e amore. Benedizione e maledizione sono davanti a loro. La scelta è loro.
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📢 Messaggio per noi oggi
Anche noi siamo spiritualmente alle porte della «Terra Promessa» – il ritorno di Gesù.
La legge di Dio rimane il modello per la nostra vita. La scelta tra vita e morte, ubbidienza o cammino proprio, si presenta ogni giorno.
Benessere, routine e indifferenza spirituale sono oggi gli stessi pericoli di allora.
L’appello di Dio per noi è:
– Scegli la vita.
– Attieniti alla Parola.
– Insegnala ai tuoi figli.
– Vivi con Dio – e per Dio.
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💬 Spunto di riflessione
➡️ Cosa guida le mie decisioni quotidiane – comodità o ubbidienza?
➡️ La legge di Dio è viva nel mio cuore – o solo un dovere?
➡️ Da cosa vedono gli altri che ho scelto la vita con Dio?
➡️ Come posso trasmettere l’eredità spirituale alla prossima generazione?


