Serie IL LIBRO DELL’ESODO con il Pastore Mark Finley
Lezione 10.Il patto e il progetto
Un Dio che unisce, abita e trasforma
Dio non fa mai un’alleanza senza scopo – il suo desiderio è da sempre quello di abitare tra il suo popolo e condurlo alla comunione con sé. Nella Lezione 10 scopriamo come l’alleanza del Sinai fu confermata non solo con parole e sangue, ma attraverso una relazione viva. Il santuario che Dio ordinò doveva essere un segno visibile della sua presenza – un luogo dove la sua santità, la sua grazia e la sua salvezza potevano essere sperimentate. Ma questo progetto era più che simbolico: indicava Cristo, il vero sacrificio e la vera comunione. Ancora oggi, Dio dona il suo Spirito per servirlo con obbedienza, bellezza e amore. L’alleanza rimane un invito a una relazione profonda con un Dio santo e misericordioso.
10.1 Il libro e il sangue
Alleanza di grazia – Relazione, non solo obbedienza
L’alleanza del Sinai non era un semplice contratto legale, ma l’espressione di una relazione profonda tra Dio e il suo popolo. La lettura della Legge ricordava la volontà divina, mentre il sangue rappresentava la grazia che rende possibile l’obbedienza. Israele promise sinceramente di ubbidire, ma senza comprendere la propria debolezza. Solo attraverso il sacrificio di Gesù – prefigurato da quel sangue – può nascere una vera obbedienza frutto della grazia. L’alleanza mostra che Dio cerca relazione, non perfezione. Anche oggi dipendiamo da quella stessa grazia per vivere ciò che proclamiamo.
10.2 Vedere Dio
Incontrare Dio – e poi cadere?
Gli anziani d’Israele videro Dio e mangiarono alla sua presenza – segno di comunione profonda. Tuttavia, quell’esperienza non li preservò dalla caduta. Ciò dimostra che i privilegi spirituali non sostituiscono un cuore trasformato. Dio ci invita a una relazione, non solo a timore o rispetto. Chi incontra Dio è chiamato anche a conversione e fedeltà. Per i credenti di oggi è un avvertimento: la luce senza umiltà può portare nelle tenebre se non cambia il cuore.
10.3 La forza di ubbidire
L’obbedienza – l’opera di Dio in noi
La vera obbedienza non nasce dallo sforzo umano, ma dall’opera di Dio nel cuore. Ezechiele descrive come Dio toglie il cuore di pietra e dona un cuore nuovo – capace di amare e di obbedire. Il nostro compito è arrenderci ogni giorno alla sua guida. L’obbedienza è un dono della grazia, reso efficace dallo Spirito Santo. Quando Dio comanda, dà anche la forza per ubbidire. La sfida è rinunciare a noi stessi affinché Cristo viva e agisca in noi.
10.4 In mezzo al suo popolo
Un Dio che abita – non solo che regna
Dio voleva più dell’obbedienza: desiderava abitare tra il suo popolo. Il santuario rappresentava questa vicinanza: ogni dettaglio rimandava a Gesù e al piano della salvezza. Sebbene riempia i cieli, Dio si china per essere con noi – un atto di grazia infinita. Il santuario costruito con offerte volontarie mostrava che la presenza di Dio nasce da relazione e consacrazione. Oggi, Dio vuole abitare non in templi di pietra, ma nei cuori che gli fanno spazio.
10.5 Ripieno dello Spirito di Dio
Lo Spirito Santo – Forza per il servizio, la bellezza e la santità
Per costruire il santuario, Dio non solo ispirò Mosè, ma riempì Bezalel e Oholiab del suo Spirito, donando loro sapienza e arte. Ciò mostra che lo Spirito agisce non solo nella predicazione, ma anche nel lavoro creativo e pratico. Il sabato rimaneva un segno di santificazione – non per opera umana, ma come testimonianza della trasformazione divina. Il punto più alto fu la Legge, scritta da Dio stesso e posta sotto il propiziatorio. Questo rivela una verità profonda: la grazia di Dio sovrasta la Legge – non in opposizione, ma come speranza per chi cade. Lo Spirito agisce in noi affinché lo onoriamo con cuore, mani e vita.
10.6 Riassunto
La presenza di Dio – Grazia, Legge e comunione
La Lezione 10 mostra che l’alleanza di Dio non è fatta solo di parole, ma di relazione, presenza e trasformazione. Attraverso il sangue e la Parola, l’alleanza con Israele fu confermata – ma la sua forza sta nella grazia. Il santuario era il segno che Dio voleva abitare in mezzo al suo popolo. Egli donò il suo Spirito anche agli artigiani per rendere visibile la sua presenza. Obbedienza, santità e creatività non sono opere umane, ma frutti della grazia. Sopra tutto sta la sua Legge – custodita sotto il trono di grazia – che mostra come la giustizia di Dio è sempre accompagnata dalla sua misericordia.
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