📅 15 luglio 2025
📖 LETTURA BIBLICA QUOTIDIANA
✨ Esodo 40 – La presenza di Dio riempie la dimora
⛺ La consacrazione del tabernacolo ci mostra come la santità, l’obbedienza e l’ordine divino creino spazio per la gloria di Dio.
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📜 Testo biblico – Esodo 40 (Riveduta 1927)
1 L’Eterno parlò a Mosè, dicendo:
2 “Il primo giorno del primo mese erigerai il tabernacolo, la tenda di convegno.
3 Vi porrai l’arca della testimonianza, e stenderai il velo dinanzi all’arca.
4 Vi porterai dentro la tavola, e disporrai in ordine le cose che vi son sopra; vi porterai pure il candelabro e accenderai le sue lampade.
5 Porrai l’altare d’oro per i profumi davanti all’arca della testimonianza e metterai la portiera all’ingresso del tabernacolo.
6 Porrai l’altare degli olocausti davanti all’ingresso del tabernacolo, della tenda di convegno.
7 Metterai la conca fra la tenda di convegno e l’altare, e vi metterai dentro dell’acqua.
8 Stabilirai il cortile tutt’intorno, e attaccherai la portiera all’ingresso del cortile.
9 Poi prenderai l’olio dell’unzione e ungerai il tabernacolo e tutto ciò che v’è dentro, lo consacrerai con tutti i suoi utensili, e sarà santo.
10 Ungerai pure l’altare degli olocausti e tutti i suoi utensili, consacrerai l’altare, e l’altare sarà santissimo.
11 Ungerai anche la conca con la sua base, e la consacrerai.
12 Poi farai accostare Aaronne e i suoi figliuoli all’ingresso della tenda di convegno, e li laverai con acqua.
13 Rivestirai Aaronne de’ paramenti sacri, e lo ungerai e lo consacrerai, perché mi eserciti l’ufficio di sacerdote.
14 Farai pure accostare i suoi figliuoli, li rivestirai di tuniche,
15 e li ungerai come avrai unto il loro padre, perché mi esercitino l’ufficio di sacerdoti; e la loro unzione conferirà loro un sacerdozio perpetuo, di generazione in generazione”.
16 E Mosè fece così; fece interamente come l’Eterno gli aveva ordinato.
17 E il primo giorno del primo mese del secondo anno, il tabernacolo fu eretto.
18 Mosè eresse il tabernacolo, ne pose le basi, ne collocò le assi, ne mise le traverse e ne rizzò le colonne.
19 Stese la tenda sul tabernacolo, e sopra la tenda pose la coperta d’essa, come l’Eterno aveva ordinato a Mosè.
20 Poi prese la testimonianza e la pose dentro l’arca, mise le stanghe all’arca, e collocò il propiziatorio sull’arca;
21 portò l’arca nel tabernacolo, sospese il velo di separazione e coprì con esso l’arca della testimonianza, come l’Eterno aveva ordinato a Mosè.
22 Pose pure la tavola nella tenda di convegno, dal lato settentrionale del tabernacolo, fuori del velo.
23 Vi dispose sopra in ordine il pane, davanti all’Eterno, come l’Eterno aveva ordinato a Mosè.
24 Poi mise il candelabro nella tenda di convegno, dirimpetto alla tavola, dal lato meridionale del tabernacolo;
25 e accese le lampade davanti all’Eterno, come l’Eterno aveva ordinato a Mosè.
26 Poi mise l’altare d’oro nella tenda di convegno, davanti al velo,
27 e vi bruciò su il profumo fragrante, come l’Eterno aveva ordinato a Mosè.
28 Mise pure la portiera all’ingresso del tabernacolo.
29 Poi collocò l’altare degli olocausti all’ingresso del tabernacolo della tenda di convegno, e v’offrì sopra l’olocausto e l’oblazione, come l’Eterno aveva ordinato a Mosè.
30 E pose la conca fra la tenda di convegno e l’altare, e vi pose dentro dell’acqua per le abluzioni.
31 E Mosè ed Aaronne e i suoi figliuoli vi si lavarono le mani e i piedi;
32 quando entravano nella tenda di convegno e quando s’accostavano all’altare, si lavavano, come l’Eterno aveva ordinato a Mosè.
33 Eresse pure il cortile attorno al tabernacolo e all’altare, e sospese la portiera all’ingresso dei cortile. Così Mosè compié l’opera.
34 Allora la nuvola coprì la tenda di convegno, e la gloria dell’Eterno riempì il tabernacolo.
35 E Mosè non poté entrare nella tenda di convegno perché la nuvola vi s’era posata sopra, e la gloria dell’Eterno riempiva il tabernacolo.
36 Or durante tutti i loro viaggi quando la nuvola s’alzava di sul tabernacolo, i figliuoli d’Israele partivano;
37 ma se la nuvola non s’alzava, non partivano fino al giorno che s’alzasse.
38 Poiché la nuvola dell’Eterno stava sul tabernacolo durante il giorno; e di notte vi stava un fuoco, a vista di tutta la casa d’Israele durante tutti i loro viaggi.
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🔵 Introduzione
Cosa succede quando Dio desidera veramente abitare in mezzo a noi?
Esodo 40 non è solo la conclusione di un libro – è il culmine di un lungo viaggio: Dio stesso viene ad abitare con il suo popolo e gli dona un luogo dove la sua presenza possa dimorare visibilmente.
Tutto ciò che accade in questo capitolo avviene esattamente secondo le istruzioni di Dio – fino ai minimi dettagli. Ma tutto ciò non conduce semplicemente a una struttura, bensì a qualcosa di molto più grande: la gloria di Dio riempie la dimora.
Quello che è accaduto allora nel tabernacolo ci mostra oggi che obbedienza, dedizione e santità sono i presupposti per sperimentare la presenza di Dio – non solo in una tenda, ma nella nostra vita.
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🟡 Commento
🔹 1. Le istruzioni chiare di Dio (versetti 1–15):
Dio parla a Mosè: “Tu erigerai la dimora.”
Qui si capisce chiaramente: il Signore ha un piano preciso. Tutto ha un ordine – l’Arca dell’Alleanza, la tavola, il candelabro, il velo, l’altare dei profumi, la conca, l’altare degli olocausti, le unzioni – nulla è fatto a caso.
Ogni oggetto ha un significato e ogni azione esprime santità e preparazione.
Un dettaglio importante: Aronne e i suoi figli vengono lavati, vestiti e unti – devono servire Dio, ma non impreparati.
🔹 2. Obbedienza in ogni dettaglio (versetti 16–33):
Più volte si legge:
“Come il Signore aveva comandato.”
Mosè obbedisce in tutto. Erige, unge, dispone, accende, lava – nulla viene trascurato.
Questo ci mostra che la presenza di Dio non arriva per caso. È la risposta a una fede obbediente.
La costruzione viene completata non con creatività, ma con fedeltà.
🔹 3. La presenza di Dio si manifesta con potenza (versetti 34–35):
Poi accade il miracolo:
“Allora la nube coprì la tenda… e la gloria del Signore riempì la dimora.”
A tal punto che Mosè non può nemmeno entrare.
Non è nebbia, non è un simbolo – è la presenza reale e tangibile di Dio.
La tenda, che era solo un alloggio, diventa un luogo di santità e rivelazione.
🔹 4. La guida di Dio diventa visibile (versetti 36–38):
La nube del Signore diventa il sistema di guida per Israele.
Quando si alzava, il popolo si metteva in cammino.
Quando restava, essi restavano.
La presenza di Dio era visibile, affidabile, concreta – di giorno e di notte.
“La nube del Signore stava sopra la dimora di giorno, e di notte vi era come un fuoco…”
Il popolo viveva dipendendo dalla presenza di Dio – non da un calendario, non da un piano proprio, ma dal segno divino.
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🟢 Riassunto
Esodo 40 descrive l’erezione solenne e la consacrazione del tabernacolo – la santa dimora di Dio in mezzo al campo di Israele.
Tutto avviene esattamente secondo le istruzioni divine, e alla fine la gloria del Signore riempie il tabernacolo.
La presenza di Dio accompagna il popolo in modo visibile – una nube di giorno, un fuoco di notte.
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📢 Messaggio per noi oggi
Oggi non costruiamo più tabernacoli – ma Dio cerca ancora una dimora nei nostri cuori.
Questo testo ci ricorda:
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Dio è un Dio di ordine e santità.
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Vuole abitare, non solo visitare.
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L’obbedienza è la via per la sua presenza.
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È la sua presenza che ci guida – non i nostri progetti.
Così come allora si preparò la tenda, anche noi dobbiamo preparare le nostre vite affinché lo Spirito di Dio possa trovare spazio.
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💡 Spunto di riflessione
👉 Sono pronto a predisporre la mia “tenda di vita” affinché la gloria di Dio possa abitarvi?
👉 Cosa devo purificare per accogliere la sua presenza?
👉 Confido nel fatto che la guida di Dio – come la nube – sia affidabile e visibile?
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📆 13 – 19 luglio 2025
📆 LETTURA SETTIMANALE – LO SPIRITO DI PROFEZIA
📖 Ellen White | Patriarchi e Profeti – Capitolo 17
✨ L’esilio di Giacobbe
📖 Leggi online qui
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🔵 Introduzione
Giacobbe non lascia la sua casa come un eroe, ma come un fuggitivo. Non a causa di nemici esterni, ma a causa di una colpa interiore. Ed è proprio su questo cammino – pieno di paura, incertezza e dubbi – che la fedeltà di Dio si rivela in modo meraviglioso. Il capitolo 17 del libro Patriarchi e Profeti descrive in modo impressionante come Dio, nonostante la colpa e la fuga, non solo perdoni il suo servo, ma lo usi per adempiere le sue promesse.
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🟡 Commento
📌 1. Giacobbe fugge – solo, impaurito e spezzato
Giacobbe lascia la casa paterna per paura dell’ira di Esaù.
È pieno di rimorso e senso di colpa, si sente abbandonato – dalla famiglia, e forse anche da Dio.
In questa solitudine, comincia a pregare sinceramente. La sua preghiera non è arrogante, ma umile e disperata.
📌 2. Il cielo si apre – la scala celeste (Genesi 28)
In un sogno, Giacobbe vede una scala che collega il cielo e la terra.
Gli angeli salgono e scendono – simbolo del servizio divino verso di noi.
Dio stesso si trova in cima alla scala e ripete a Giacobbe la promessa fatta ad Abramo.
Giacobbe riceve non solo incoraggiamento, ma anche una promessa:
«Io sono con te… non ti abbandonerò.»
📌 3. Giacobbe si sveglia – da peccatore ad adoratore
Giacobbe riconosce: «Il Signore è in questo luogo, e io non lo sapevo!»
Erige una pietra come memoriale, chiama il luogo Betel («Casa di Dio») e fa un voto a Dio – per gratitudine, non come condizione.
Promette di rimanere fedele, di dare la decima e di seguire il Signore.
📌 4. Giacobbe a Haran – fedele nonostante la delusione
A Haran, Giacobbe incontra la futura moglie Rachele.
Serve per sette anni – con amore, fedeltà e pazienza.
Ma Labano lo inganna: al posto di Rachele, gli dà Lea.
Giacobbe è tradito – ma resta.
Per 20 anni lavora con impegno, subisce diverse ingiustizie, ma Dio lo benedice nonostante tutto.
📌 5. Il ritorno – una decisione in mezzo alla prova
Giacobbe capisce che è tempo di tornare a casa.
Prega di nuovo – e ricorda la promessa fatta da Dio a Betel.
Dio risponde: «Torna… io sono con te.»
Labano lo insegue – ma Dio protegge Giacobbe.
Viene stabilita un’alleanza di pace chiamata Mizpa – «Il Signore vegli su di te e su di me.»
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🟢 Riassunto
Giacobbe inizia il suo cammino come un fuggitivo, con senso di colpa, paura e insicurezza. Ma Dio gli appare – non con punizione, ma con grazia.
Nel duro cammino verso la terra straniera, Giacobbe cresce spiritualmente, viene plasmato dalle prove e rimane fedele a Dio.
Da imbroglione, diventa pastore, padre e portatore della promessa.
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📢 Messaggio per noi oggi
Anche noi viviamo momenti di colpa, solitudine e incertezza.
Forse ci sentiamo falliti, incompresi o sfruttati. Ma Dio non ci abbandona.
Proprio nelle valli più profonde, Egli rivela la sua fedeltà.
La storia di Giacobbe ci mostra:
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Dio apre nuove vie con persone spezzate.
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Il tuo passato non determina la tua chiamata.
-
Dio mantiene le sue promesse – anche quando noi falliamo.
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💬 Spunto di riflessione
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Ho mai sperimentato Dio come Giacobbe – nel mezzo di una crisi?
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Com’è il mio “Betel”? Dove mi ha mostrato Dio la sua vicinanza?
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Sono pronto, come Giacobbe, a dedicare a Dio la mia vita, i miei doni e la mia decima?
-
Cosa devo lasciare oggi per rispondere alla chiamata di Dio a tornare a Lui?
