18 minuti 5 mesi

🟦 Introduzione

La terza lezione evidenzia l’inizio complicato della missione di Mosè per liberare Israele dalla schiavitù. Nonostante istruzioni chiare da parte di Dio, Mosè si scontra immediatamente con il rifiuto — sia da parte del faraone che del suo stesso popolo. Ciò che era iniziato come speranza si trasforma presto in frustrazione. Mosè dubita, si lamenta con Dio e si sente sopraffatto. Ma proprio in questa tensione, Dio comincia a manifestare la sua potenza e fedeltà. La lezione ci ricorda che anche quando il cammino con Dio è difficile, possiamo confidare che Egli ci condurrà a un buon fine.

Lezione 3: Un inizio difficile
📘 3.1 Chi è il Signore?
Quando l’orgoglio umano sfida l’autorità divina

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🟦 Introduzione

La domanda del faraone: “Chi è il SIGNORE, perché io debba ubbidire alla sua voce?” (Esodo 5:2) risuona da millenni nella storia dell’umanità. Non è la domanda sincera di un cuore curioso, ma un’espressione di orgoglio, rifiuto e ribellione. Questa domanda simboleggia l’atteggiamento di un mondo che non vuole riconoscere Dio. È tanto attuale nel XXI secolo quanto ai tempi di Mosè.

Ma se oggi qualcuno ti chiedesse: “Conosci il Signore?”, esiteresti?
Oppure potresti rispondere con convinzione:
“Sì, lo conosco” — e spiegare chi è Dio per te?

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📖 Studio biblico: Chi è il SIGNORE? (Esodo 5:1–2)

🧱 Contesto

Il libro dell’Esodo racconta la liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù in Egitto — un tema centrale dell’Antico Testamento e un’immagine potente della redenzione. Il capitolo 5 segna il primo punto di scontro pubblico tra Mosè, mandato da Dio, e il faraone, la massima autorità umana del tempo.

Dio aveva chiamato Mosè dal roveto ardente (Esodo 3), rivelandogli il Suo nome:
“Io sono colui che sono”JHWH, il Dio eterno e autoesistente.
Questo Dio invia Mosè con un messaggio chiaro:

“Lascia andare il mio popolo.”


Esodo 5:1–2

“Poi Mosè e Aaronne andarono a dire al faraone: ‘Così dice il SIGNORE, il Dio d’Israele: Lascia andare il mio popolo, perché mi celebri una festa nel deserto’.”


1. “Così dice il SIGNORE”

Mosè non parla a nome proprio. Egli si presenta come messaggero di Dio, con autorità divina. Questa espressione era tipica dei profeti — e portava peso. Dio rivendica il Suo diritto su Israele:

“Il mio popolo” — non proprietà del faraone, ma popolo di Dio.

Applicazione: Quando Dio parla, lo fa con autorità. Anche oggi la Sua Parola ha lo stesso potere — attraverso la Bibbia, lo Spirito Santo, la predicazione.
Come reagiamo noi?


“Il faraone rispose: ‘Chi è il SIGNORE, perché io debba ubbidire alla sua voce e lasciare andare Israele? Io non conosco il SIGNORE e non lascerò andare Israele’.”


2. “Chi è il SIGNORE?” – Una domanda d’orgoglio, non di ricerca

Il faraone non pone questa domanda per ignoranza sincera, ma con disprezzo. Non riconosce l’autorità di Dio, perché non lo conosce — e non lo vuole conoscere.

Questo rifiuto è significativo su due livelli:

  • Personale: rifiuta un Dio superiore a sé stesso.

  • Politico: liberare Israele significherebbe perdere controllo e potere.


3. “Io non conosco il SIGNORE”

Nel linguaggio ebraico, “conoscere” non è solo informazione, ma relazione, riconoscimento, intimità. Il faraone sta dicendo:

“Non ho nessun rapporto con questo Dio, quindi non Gli devo nulla.”

Verità spirituale: la ribellione verso Dio inizia spesso con indifferenza verso il Suo carattere.
Il mondo moderno raramente dice: “Rifiuto Dio”, ma spesso:

“Non ho bisogno di Dio.”


🧠 Significato teologico – Chi è JHWH?

La domanda del faraone ci dà l’occasione di approfondire:

Chi è questo “SIGNORE” (JHWH) di cui parla Mosè?

  • JHWH è il nome santo e personale di Dio (Esodo 3:14).

  • È eterno – non creato, ma origine di ogni cosa.

  • È santo – separato dal mondo, incontaminato dal peccato.

  • È misericordioso – il Dio delle promesse, che vuole liberare il Suo popolo.

  • È onnipotente – le Sue parole creano realtà; il Suo potere supera tutti gli imperi della Terra.

⚠️ Il nome di Dio non è solo un’informazione, ma una rivelazione.

Nella teologia biblica, il nome di Dio esprime la Sua essenza, identità, potenza e fedeltà.


🌍 L’Egitto come simbolo della ribellione del mondo

Nel pensiero biblico, l’Egitto rappresenta spesso un sistema opposto a Dio:

  • Isaia 30:1–3 – Israele cerca aiuto in Egitto invece che in Dio.

  • Apocalisse 11:8 – “…dove anche il loro Signore fu crocifisso” – simbolo dell’Egitto spirituale e di Sodoma.

  • Ezechiele 29:3 – il faraone è paragonato a un drago nel Nilo – simbolo di Satana.

📌 Principio spirituale:
Lo spirito dell’Egitto è ancora vivo oggi – nei sistemi e nei cuori che dicono:

“Non conosco il SIGNORE – e non voglio conoscerlo.”


🧩 Collegamenti con il Nuovo Testamento

📖 Giovanni 17:3:

“Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo.”

✝️ Gesù stesso risponde alla domanda del faraone.

  • Conoscere Dio significa conoscere Gesù Cristo.

  • La vita eterna non è prima di tutto il cielo, ma una relazione viva con Dio.


🔥 Principi spirituali tratti da Esodo 5

  • Le richieste di Dio non sono negoziabili – chiede obbedienza, non compromessi.

  • Gli uomini spesso rifiutano Dio perché non Lo conoscono – perciò Egli si rivela e chiama alla relazione.

  • La vera libertà inizia con la conoscenza di Dio – Israele non è solo liberato dall’Egitto, ma condotto verso Dio.

  • Dio cerca adorazione – non solo comportamento morale.

“Lascia andare il mio popolo, perché mi serva.”


🛠️ Applicazione alla vita di oggi

🔎 Faccio davvero affidamento sull’autorità di Dio – oppure, come il faraone, la contesto?

🙋‍♂️ Sono disposto a ubbidire, anche se ciò costa comodità o controllo?

👂 Come rispondo alla voce di Dio nella mia vita – con umiltà o con scuse?

🌍 Sono testimone per chi non conosce Dio – attraverso la mia vita, le mie parole, il mio amore?


📜 Riepilogo: Cosa impariamo su Dio da questo testo?

  • Dio è il SIGNORE – personale, potente, esigente, fedele.

  • Egli chiama il Suo popolo a uscire dalla schiavitù e dai sistemi che Lo negano.

  • Lotta contro ogni potere che contesta la Sua autorità.

  • Si rivela anche a chi non Lo conosce – per grazia.


📌 Versetto chiave da memorizzare

📜 Esodo 5:2:

“Chi è il SIGNORE, perché io debba ubbidire alla sua voce? Io non conosco il SIGNORE.”

🧭 Insegnamento:
Ogni essere umano si troverà, prima o poi, davanti a questa domanda.
Dalla risposta dipende l’eternità.

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📖 Risposte alle domande

📌 Domanda 1: Come ha reagito il faraone alla richiesta di Dio: “Lascia andare il mio popolo” (Esodo 5:1–2), e qual è il significato di questa reazione?

📖 Risposta biblica:

In Esodo 5:1–2, Mosè – insieme ad Aronne – si presenta al faraone con un messaggio chiaro:

«Così dice il SIGNORE, il Dio d’Israele: Lascia andare il mio popolo, perché mi celebri una festa nel deserto.»

Ma il faraone non risponde con timore né rispetto. Invece, replica con disprezzo, arroganza e rifiuto:

«Chi è il SIGNORE, perché io ubbidisca alla sua voce e lasci andare Israele? Io non conosco il SIGNORE e non lascerò affatto andare Israele.»

✍️ Questa risposta è più di un semplice rifiuto – è un affronto diretto a Dio stesso.

Il faraone afferma due cose cruciali:

  • «Chi è il SIGNORE?»
    – Non è una domanda genuina, ma retorica, espressa con superbia. Il faraone conosceva molti dèi (l’Egitto era politeista), ma rifiuta di riconoscere YHWH prima ancora di cercare di conoscerLo.

  • «Io non conosco il SIGNORE e non lascerò andare Israele.»
    – Qui mostra il suo rifiuto cosciente dell’autorità divina. “Non Lo conosco” non significa solo mancanza d’informazioni, ma: “Non Lo riconosco come Autorità su di me.”


🔍 Significato teologico:

Questa reazione rivela molte verità spirituali profonde:

  • Resistenza al dominio di Dio:
    Il faraone rifiuta qualsiasi autorità superiore. Era considerato un dio vivente in Egitto. Il comando di Dio minacciava direttamente il suo potere.

  • Simbolo della ribellione umana:
    Il faraone rappresenta il cuore dell’uomo naturale – orgoglioso, indipendente, ribelle. La stessa attitudine che vediamo fin dalla Genesi 3.

  • Figura del sistema mondano:
    L’Egitto, nella Bibbia, è spesso simbolo del mondo che ignora o combatte Dio.
    In Apocalisse 11:8, il mondo che ha crocifisso Cristo è paragonato simbolicamente all’Egitto.

🗣️ «Questo è l’ateismo: un sistema che nega il Dio vivente nello stesso spirito incredulo e provocatorio.» (VSL 246)


🔥 Applicazione spirituale:

La risposta del faraone ci ricorda che anche oggi molti si pongono domande come:

«Chi è Dio perché dovrei ascoltarlo?»
«Perché dovrei vivere secondo antiche regole religiose?»

📌 La risposta è:
Perché Dio è il Creatore e il Signore su ogni cosa.
Perché la Sua volontà porta vita, mentre l’orgoglio umano porta distruzione e giudizio.

Il faraone ha finito per sperimentare la potenza di Dio attraverso le dieci piaghe – ma il suo cuore è rimasto duro fino alla fine.

👣 Lezione per noi oggi:
Chi ignora la voce di Dio Lo incontrerà comunque – nel giudizio o nella resa.
Ma chi si apre con umiltà, sperimenta liberazione, guida e vita.


📌 Domanda 2: Cosa risponderesti se qualcuno ti chiedesse: “Conosci il Signore?”

Se dici di sì, come lo descriveresti e perché?**

🙋‍♂️ Risposta personale:

Se qualcuno mi chiedesse: «Conosci il Signore?», risponderei con tutto il cuore:

«Sì – lo conosco.
Non solo con la mente, ma anche con il cuore.
Non solo attraverso i libri, ma attraverso gli incontri.
Non solo come concetto, ma come realtà vivente.»


💖 Io Lo conosco come:

  • Padre, che mi ama e mi accoglie nonostante i miei falli.

  • Redentore, che ha riscattato la mia vita con il sangue di Gesù – non con oro o argento.

  • Amico, che mi è stato vicino nei momenti bui, quando nessuno c’era.

  • Re, che regna anche quando il mondo sembra in caos.

  • Maestro, che mi guida, mi corregge, mi consola attraverso la Sua Parola.

  • Spirito Santo, che mi riempie, mi rafforza e mi trasforma – ogni giorno.


📖 Riferimento biblico:

«Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo.» (Giovanni 17:3)

📌 Conoscere Dio è più che una religione – è relazione, connessione, vita vera.

In ebraico, il verbo “conoscere” (yada) significa esperienza profonda, personale – non solo sapere.


📚 Perché lo descrivo così?

Perché l’ho vissuto:

  • Nella colpa profonda – quando non mi ha condannato, ma perdonato.

  • Nella paura – quando mi ha dato una pace che il mondo non può spiegare.

  • Nella debolezza – quando la Sua potenza si è manifestata nella mia fragilità (2 Corinzi 12:9).

  • Nei momenti decisivi – quando il Suo Spirito mi ha guidato dove io non sapevo cosa fare.

  • Nella comunità – quando ho visto la Sua presenza nell’amore autentico dei credenti.


✝️ Cosa significa conoscere Dio?

  • Non solo parlare di Lui, ma con Lui.

  • Non solo leggere su di Lui, ma sperimentarLo.

  • Non solo credere che esiste, ma amarLo, onorarLo, fidarsi di Lui – con tutto il cuore.

📌 Quando dico «Conosco il Signore», intendo dire:

Appartengo a Lui.
E Lui appartiene a me.

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Principi spirituali

  • Dio si rivela a chi lo cerca – ma resiste ai superbi che lo rifiutano.

  • Lo spirito del faraone è ancora vivo oggi – nei sistemi, nei governi e nei cuori che negano l’autorità di Dio.

  • La domanda «Chi è il SIGNORE?» rivela lo stato autentico del cuore umano.

  • Dio non vuole solo obbedienza, ma essere conosciuto e amato.

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🧩 Applicazione nella vita quotidiana

Nel mondo di oggi incontriamo spesso persone che chiedono:

«Esiste davvero un Dio?»
«Perché dovrei credere in qualcosa che non vedo?»

In quei momenti, siamo come Mosè davanti al faraone – forse non davanti a un re, ma davanti a cuori pieni di orgoglio o dubbio.

✝️ La tua testimonianza, la tua vita, le tue reazioni davanti al dolore o alla benedizione – tutto questo può mostrare agli altri chi è il SIGNORE.

Domandati:

  • Rifletto un Dio vivente, santo, misericordioso?

  • La mia vita è una risposta alla domanda del faraone?

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Conclusione

Il faraone ha chiesto con disprezzo:

«Chi è il SIGNORE, che io debba obbedirgli?»

Questa domanda è diventata la sua rovina.

Ma la stessa domanda può essere, per noi e per tanti oggi,
una porta aperta per conoscere Dio e ricevere la vita eterna.

Come ha detto Gesù:

«Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo.» (Giovanni 17:3)

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💭 Pensiero del giorno

«Il più grande errore dell’essere umano non è dubitare di Dio –
ma ignorarlo deliberatamente.»

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✍️ Illustrazione – “Chi è il SIGNORE?”

Una storia di potere, dubbio e redenzione nel XXI secolo


🏙️ Capitolo 1: Il re della torre di vetro

Era un uomo conosciuto – o temuto.
Vincent Delmar, 52 anni, era l’amministratore delegato di una multinazionale dell’energia con sede a Francoforte. Gestiva un impero che si estendeva su più continenti, controllava risorse naturali e influenzava decisioni politiche.
Nel mondo degli affari era soprannominato: “il re della torre di vetro” – per via della sua sede centrale in acciaio e vetro, che dominava la città come una fortezza moderna.

Vincent credeva nell’efficienza, nel potere, nel controllo.
Non in Dio.

Religione? Un’antica superstizione.
Dio? Una costruzione psicologica.
Credenti? Deboli.

“Sono io il padrone della mia vita”, dichiarò una volta in un’intervista.
E lo credeva davvero.


⚠️ Capitolo 2: L’interruzione

Un lunedì mattina fu informato di scioperi in una delle sue filiali – proprio quella in Africa, nella regione del Nuba, Sudan. Da anni il suo gruppo gestiva una miniera di rame. Ora i lavoratori avevano fermato tutto.
Si parlava di condizioni disumane, problemi ambientali – e di un nuovo leader.

Un certo Musa – ex ingegnere, ora attivista e cristiano.

Sulla scrivania di Vincent arrivò un dossier riservato. In cima c’era una frase attribuita a Musa:

“Così dice il SIGNORE, il Dio della giustizia: Lascia andare il mio popolo, perché possa vivere, e non morire.”

Vincent sbuffò.
“Chi è questo ‘Signore’?”, mormorò infastidito.

Poi lo disse ad alta voce – quasi come il faraone un tempo:

“Chi è il SIGNORE, che io debba obbedirgli? Non conosco questo Dio – e non lascerò andare nessuno.”


🌪️ Capitolo 3: La crepa nelle fondamenta

Quello che sembrava un piccolo conflitto degenerò rapidamente in una tempesta.
Giornali, scandali, informatori.
Email compromettenti.
Poi: un incidente.

Parte della miniera crollò. Molti morirono.
Tra loro, Musa.

Vincent non fu incriminato – i suoi avvocati fecero il loro dovere.
Ma qualcosa in lui iniziò a sgretolarsi.

Quella notte, da solo nel suo attico di lusso, Vincent non riuscì a dormire.
Nessuna pace. Solo un’inquietudine profonda e inspiegabile.


🔔 Capitolo 4: La domanda

Tre settimane dopo, qualcuno bussò alla sua porta.
Un giovane, circa 30 anni, vestito con semplicità. Nella mano, una piccola Bibbia.

“Mi chiamo Yohannes. Ero amico di Musa.
Prima di partire, mi ha detto: ‘Se non torno… porta questo a Vincent.’”

Vincent voleva chiudere la porta… ma non lo fece.
Yohannes gli consegnò un foglio scritto a mano:

“Vincent, se stai leggendo questo, forse io non ci sono più.
Tu penserai di aver vinto.
Ma io ho pregato per te – non perché tu perda, ma perché tu possa conoscere il SIGNORE.
Non parlo di un dio qualunque.
Parlo del SIGNORE – quello che io conoscevo.
Ho risposto alla sua chiamata, come fece Mosè.
Tu hai reagito come il faraone.
Ma spero che il tuo cuore non rimanga come il suo.
Domandati: conosci il SIGNORE?

Yohannes non aspettò risposta. Fece un cenno gentile e se ne andò.


💡 Capitolo 5: La trasformazione

Quelle parole non lo lasciarono più in pace.

Vincent iniziò a leggere. All’inizio con riluttanza, poi con crescente sete.
Prima Esodo. Poi il Vangelo di Giovanni. Poi i Salmi.

Scoprì un Dio che non tace.
Un Dio che libera.
Un Dio che si rivela – anche a un cuore orgoglioso come quello del faraone.

Lesse di nuovo Esodo 5:

“Io non conosco il SIGNORE, e non lascerò andare Israele.”

E capì:

Ero io. Sono io.

Una notte, piena di lacrime – la prima dopo anni – si inginocchiò sul freddo pavimento del suo attico e pregò:

“Signore… se ci sei…
se sei davvero Colui che chiamano ‘Io Sono’…
rivelati a me.
Voglio conoscerti.
Voglio obbedirti.
Non voglio più essere il padrone della mia vita.”


🌱 Capitolo 6: La nuova via

Due anni dopo, Vincent non era più CEO.

Aveva lasciato il suo ruolo, e donato gran parte del suo patrimonio a progetti di giustizia sociale, risanamento ambientale e sostegno alle comunità localinon per senso di colpa, ma per amore.

Fece un viaggio in Africa. Visitò le famiglie delle vittime.
E si fermò presso la tomba di Musa.

Lì disse ad alta voce:

“Ora lo conosco, il SIGNORE.”


🤝 Epilogo: L’incontro

Durante un evento internazionale per i diritti umani, un giornalista lo avvicinò:

“Signor Delmar, come fa un uomo potente come lei a credere in Dio così all’improvviso?”

Vincent sorrise.

“Vede, un tempo ero come il faraone.
‘Chi è il SIGNORE, che io debba ubbidirgli?’

Oggi lo so.

Lo conosco.

È il Dio che mi ha chiamato, anche se scappavo.
È il Dio che mi ha avvertito, anche quando ero sordo.
È il Dio che mi ha cambiato, quando ero spezzato.

E ora… è il SIGNORE della mia vita.

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