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Lezione 2: Adorazione nell’educazione
📘 2.3 Il nome del Signore
“Io sono colui che sono” – Il nome di Dio come rivelazione della sua presenza

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🟦 Introduzione

I nomi parlano molto di noi – soprattutto nel contesto biblico. Un nome non era solo un’etichetta, ma portava significato, storia e vocazione. Quando Mosè chiede a Dio di dire il Suo nome, Dio Si rivela in modo senza precedenti. La risposta di Dio – “IO SONO COLUI CHE SONO” – non è solo profonda, ma anche di grande conforto. Ci mostra che Dio è presente, non solo in teoria, ma nella realtà delle nostre vite. Non è lontano – È qui con noi, ora.

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📖 Studio biblico: Esodo 3:13–22 – Il Nome del SIGNORE

🔹 1. Contesto storico e narrativo

Mosè si trova nel deserto di Madian, a pascolare le pecore di suo suocero e a confrontarsi con il suo passato. Un tempo principe alla corte del Faraone, poi fuggiasco e semplice pastore – ora Dio gli appare nel roveto ardente. Questa scena segna uno dei momenti più drammatici di tutta la Scrittura.

Dio chiama Mosè a liberare Israele dall’Egitto. Ma Mosè ha dubbi, paure e domande. Al versetto 13 chiede:

“Quando andrò dagli Israeliti e dirò loro: ‘Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi’, e mi chiederanno: ‘Qual è il Suo nome?’, che dirò loro?”

🔹 2. Il significato della domanda: “Qual è il Suo nome?” (v. 13)

Questa domanda rivela più livelli:
a) Rappresentanza
Mosè sa di non agire per propria autorità. Il popolo ha bisogno di un Dio riconoscibile – non di uno spirito sconosciuto o di una nuova idea religiosa. Devono sapere: “Chi ti manda? Chi c’è dietro questa missione?”

b) Rivelazione
Nell’antichità il nome era indissolubile dall’essenza della persona. Conoscere il nome significava avere accesso al carattere e al potere di qualcuno. Mosè non chiede un semplice titolo, ma la rivelazione personale di Dio.

c) Ispirare fiducia
Dopo secoli in Egitto la fede di Israele era indebolita. L’idolatria era diffusa anche tra loro. Conoscevano le storie dei patriarchi, ma avevano bisogno di un Dio che si rivelasse di nuovo, un Dio affidabile.

🔹 3. La risposta di Dio: “IO SONO COLUI CHE SONO” (v. 14)

La frase in ebraico è “Ehyeh Asher Ehyeh”, letteralmente:

  • “IO SONO COLUI CHE SONO”

  • “SARÒ COLUI CHE SARÓ”

  • “IO ESISTO”

  • “IO MI PROVO FIDEDIGNALE”

a) Fondamento grammaticale
Il verbo ehyeh deriva da hayah, “essere, diventare, esistere”. È insieme atemporale e dinamico – non statico come “ero” o “sono”, ma aperto e proiettato al futuro:

“Io sono Colui che sarà ciò di cui hai bisogno.”

b) Profondità teologica
Dio non dice “Io sono l’Amore” o “Io sono la Vita”, ma “IO SONO”. Questo implica:

  • Autoesistenza: Dio esiste in Sé – senza inizio né fine.

  • Fedeltà: Egli rimane sempre lo stesso.

  • Presenza: Dio è qui e ora – non solo ieri o domani.

  • Azione: Dio agisce nella storia, nella relazione, nella nostra vita.

c) Collegamento a “YHWH”
Al versetto 15 Dio si presenta come YHWH (nella maggior parte delle Bibbie italiane “IL SIGNORE”), terza persona singolare dello stesso verbo “essere” – “Egli è” – ed è il nome personale di Dio nell’Antico Testamento. “YHWH” compare oltre 6.800 volte nella Scrittura e è centrale per l’immagine che Israele ha di Dio.

🔹 4. Esodo 6:3 nel contesto

“Io mi manifestai ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe come El Shadday (Dio Onnipotente), ma con il mio nome YHWH non mi feci conoscere loro.”

Non significa che il nome fosse sconosciuto prima (cfr. Gen. 4:26; 12:8), ma che il suo pieno significato – la vicinanza fedele di Dio nell’alleanza – fu svelato solo al tempo della liberazione dall’Egitto.

🔹 5. L’alleanza – YHWH, il Dio vicino

La chiamata di Mosè non è solo un incarico: è l’espressione dell’amore di alleanza di Dio:

  • Egli vede la sofferenza del suo popolo (Es. 3:7).

  • Ricorda il patto con Abramo, Isacco e Giacobbe (3:6).

  • Agisce per fedeltà, non per merito di Israele.

Il nome “YHWH” diventa simbolo dell’agire di Dio nella storia – paziente, amorevole, misericordioso e giusto.

🔹 6. Il nome come missione

“Questo è il mio nome in eterno, questo è il mio memoriale di generazione in generazione.” (Es. 3:15)

Il nome di Dio non è segreto, ma da proclamare. Israele deve invocare il Suo nome, ricordarlo e trasmetterlo alle generazioni future.

🔹 7. Compimento nel Nuovo Testamento

Nel Nuovo Testamento il “IO SONO” si realizza in Gesù:

“In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, IO SONO.” (Giovanni 8:58)
“Io sono la via, la verità e la vita.”
“Io sono la luce del mondo… Io sono la porta… Io sono il buon pastore… Io sono la risurrezione e la vita.”

Gesù usa consapevolmente il titolo “IO SONO”, rivelandosi come YHWH incarnato – vicino e accessibile.

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📖 Risposte alle domande

📌 Domanda 1: Perché Mosè voleva conoscere il nome di Dio? Cosa significa quel nome?

Mosè voleva conoscere il nome perché sapeva che liberare Israele dall’Egitto avrebbe suscitato resistenze e dubbi. Il popolo aveva bisogno di più di un dio anonimo: serviva il Dio fedele che si presenta personalmente. Chiedendo il nome, Mosè domanda in ultima analisi: “Chi sei veramente, Dio? Posso fidarmi di Te?”

La risposta di Dio rivela:

  • Che Egli è immutabile, eterno e affidabile.

  • Che Egli è personale, misericordioso e presente.

  • Che non è un dio distante, ma un Dio d’alleanza.

Il suo nome non è solo un titolo, ma la rivelazione del Suo essere: “Io sono con te, sempre, e agisco.”

📌 Domanda 2: In che modo hai sperimentato nella tua vita la vicinanza e l’intimità di YHWH che Egli offre a chi si affida a Lui?

Esempio di risposta personale:
Ho sentito la vicinanza di Dio soprattutto nei momenti di incertezza – quando dovevo prendere decisioni difficili o affrontare una crisi. Non era sempre una voce udibile, ma una profonda certezza interiore che Egli era lì e che il Suo cammino era buono, anche se non lo comprendevo. La Sua presenza si manifestava attraverso versetti Biblici al momento giusto, risposte a preghiere e persone che mi tendevano la mano. In quei momenti ho capito: YHWH non è solo “Dio”, è mio Dio.

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Principi spirituali

  • Il nome di Dio è la Sua promessa: Egli è lo stesso – ieri, oggi e in eterno.

  • La Sua presenza è reale e offerta a chiLo cerca.

  • YHWH agisce con fedeltà e grazia, anche quando dubitiamo.

  • L’identità di Dio non è astratta, ma relazionale.

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🧩 Applicazione nella vita quotidiana

  • Invoca il nome di Dio non come parola vuota, ma come confessione consapevole: “Tu sei con me.”

  • Confida nella Sua presenza quando la strada è incerta; come Mosè, dì: “Se Tu non cammini con noi, noi non avanzeremo.”

  • Condividi il Suo nome con chi cerca orientamento; racconta come hai sperimentato la Sua vicinanza.

  • Vivi come chi sa: Dio non è lontano, ma è qui, ora.

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Conclusione

Dio si chiama “IO SONO” perché è presente, fedele e personale. Ci invita a una relazione di fiducia, anche quando il cammino è difficile. Mosè l’ha sperimentato – e possiamo farlo anche noi oggi.

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💭 Pensiero del giorno

“Quando non so cosa mi aspetta, so almeno chi cammina con me.”
YHWH non è il Dio della distanza, ma il Dio che dice: Io sono con te.

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✍️ Illustrazione – “Io sono con te, anche quando non Lo senti”

📍 Capitolo 1: L’Abisso

Lina stava alla finestra, guardando la notte. I neon della città si riflettevano sulle strade bagnate. Il traffico ruggiva sotto. Ma dentro di lei c’era silenzio. Troppo silenzio.

Da mesi si sentiva come un fantasma nella propria vita. Lavoro, studi, faccende scorrevano come un film vuoto. Un anno prima sua madre era morta di cancro. Da allora tutto era cambiato. Le preghiere restavano senza risposta. I versetti Biblici suonavano vuoti. Il Dio che dice “IO SONO” sembrava più “Io ero” – e ora sei sola.

A ventisei anni Lina era studentessa in teologia al quarto anno. Sì, conosceva le dottrine: Dio è fedele, Dio è presente, Dio agisce. Ma che valore avevano se non si mostrava mai?

Quella sera si inginocchiò per la prima volta dopo settimane – non per disciplina, ma per disperazione.
“Signore, se davvero esisti, allora… dimmelo: Chi sei? Sei davvero YHWH? O solo un concetto? Non ci vedo più.”

Silenzio.

📍 Capitolo 2: Il roveto ardente della presenza

Il giorno dopo, all’università, seguì la lezione di ebraico dove il prof. Neumann commentava Esodo 3: “Ehyeh Asher Ehyeh – IO SONO COLUI CHE SONO.”
E spiegò:
“Qui Dio non dice cosa fa, ma chi È. Non ‘Io sono il tuo Guaritore’ o ‘Io sono il tuo Giudice’, ma semplicemente: IO SONO qui – che tu creda o dubiti, veda o non veda.”

Quelle parole trafissero il cuore di Lina. Era come se Dio le parlasse attraverso quel professore severo.

📍 Capitolo 3: Il nome in ospedale

Pochi giorni dopo, Lina apprese che suo padre era stato ricoverato in pronto soccorso per problemi cardiaci. Corse in ospedale, temendo il peggio.
Lì vide un’anziana signora piangere in corridoio, ignorata da tutti. Lina si sentì spinta ad avvicinarsi.
“Posso aiutarla?” chiese con gentilezza.
La signora, Maria, confidò che suo figlio era in sala operatoria dopo un incidente. Chiese a Lina di pregare con lei.

“Non so se…”, iniziò Lina. Ma Maria le prese la mano.
Lina pregò, non con molte parole né con eloquenza, ma con sincerità:
“Signore, Tu dici di essere. Sii qui adesso. Sii con Maria. Sii con suo figlio. Sii con me.”

Qualche istante dopo Maria sussurrò:
“Sa… stamattina ho letto nella mia Bibbia: ‘Sarò ciò che sarò.’ Non capivo, fino ad ora.”

📍 Capitolo 4: IO SONO – anche nel dolore

Il padre di Lina guarì. Le settimane successive furono piene di cure, conversazioni e ricostruzione. Dio non cambiò la situazione all’istante – ma qualcosa cambiò in Lina. Ricominciò a pregare – non perché sentisse, ma perché sapeva: “Egli è.”
Scrisse la sua tesi su Esodo 3 e pianse, non di tristezza, ma di consolazione.

“IO SONO COLUI CHE SONO” per lei ora significava:
Sono con te quando non capisci nulla.
Sono qui quando non riesci più a credere.
Sono vicino quando ti sei perso.

📍 Capitolo 5: Scoperta del nome

Sei mesi dopo, Lina parlò per la prima volta davanti alla sua comunità. Tema: “Chi è Dio?”
Lesse Esodo 3 ad alta voce, poi disse:
“Credevo che il nome YHWH fosse solo un concetto teologico. Poi una leggenda pia. Oggi so: questo nome è la mia salvezza.
Non è solo il Dio dei miracoli.
Non è solo il Dio che sempre guarisce.
Ma è il Dio che è qui – nelle lacrime, nelle notti insonni, nei dubbi.
Non L’ho visto, eppure era lì.
Non L’ho sentito, eppure è stato fedele.
Non ha parlato ad alta voce, eppure il Suo nome ha mantenuto la promessa:
‘IO SONO.’”

La comunità restò in silenzio; alcuni piansero. E Lina capì: Dio non aveva dimenticato nemmeno il suo nome.

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🪞 Applicazione della storia

Questa storia mostra cosa significa nella vita di tutti i giorni il nome “IO SONO”:

  • Non sempre spettacolare.

  • Ma sempre fedele.

  • Non sempre visibile.

  • Ma sempre presente.

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