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📅 3 giugno 2025

📖 LETTURA BIBLICA QUOTIDIANA

Genesi 48 – La benedizione di Giacobbe su Efraim e Manasse – Le vie di Dio sono più alte delle nostre

🌍 Quando Dio sceglie l’inaspettato: Il minore diventa più grande del primogenito

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📜 Testo biblico – Genesi 48 (Riveduta 1927)

1 Dopo queste cose, avvenne che fu detto a Giuseppe: “Ecco, tuo padre è ammalato”. Ed egli prese seco i suoi due figliuoli, Manasse ed Efraim.
2 Giacobbe ne fu informato, e gli fu detto: “Ecco, il tuo figliuolo Giuseppe viene da te”. E Israele raccolse le sue forze, e si mise a sedere sul letto.
3 E Giacobbe disse a Giuseppe: “L’Iddio onnipotente mi apparve a Luz nel paese di Canaan, mi benedisse,
4 e mi disse: Ecco, io ti farò fruttare, ti moltiplicherò, ti farò diventare una moltitudine di popoli, e darò questo paese alla tua progenie dopo di te, come un possesso perpetuo.
5 E ora, i tuoi due figliuoli che ti son nati nel paese d’Egitto prima ch’io venissi da te in Egitto, sono miei. Efraim e Manasse saranno miei, come Ruben e Simeone.
6 Ma i figliuoli che hai generati dopo di loro, saranno tuoi; essi saranno chiamati col nome dei loro fratelli, quanto alla loro eredità.
7 Quanto a me, allorché tornavo da Paddan, Rachele morì presso di me, nel paese di Canaan, durante il viaggio, a qualche distanza da Efrata; e la seppellii quivi, sulla via di Efrata, che è Bethlehem”.
8 Israele guardò i figliuoli di Giuseppe, e disse: “Questi, chi sono?”
9 E Giuseppe rispose a suo padre: “Sono miei figliuoli, che Dio mi ha dati qui”. Ed egli disse: “Deh, fa’ che si appressino a me, e io li benedirò”.
10 Or gli occhi d’Israele erano annebbiati a motivo dell’età, sì che non ci vedeva più. E Giuseppe li fece avvicinare a lui, ed egli li baciò e li abbracciò.
11 E Israele disse a Giuseppe: “Io non pensavo di riveder più la tua faccia; ed ecco che Iddio m’ha dato di vedere anche la tua progenie”.
12 Giuseppe li ritirò di tra le ginocchia di suo padre, e si prostrò con la faccia a terra.
13 Poi Giuseppe li prese ambedue: Efraim alla sua destra, alla sinistra d’Israele; e Manasse alla sua sinistra, alla destra d’Israele; e li fece avvicinare a lui.
14 E Israele stese la sua man destra, e la posò sul capo di Efraim ch’era il più giovane; e posò la sua mano sinistra sul capo di Manasse, incrociando le mani; poiché Manasse era il primogenito.
15 E benedisse Giuseppe, e disse: “L’Iddio, nel cui cospetto camminarono i miei padri Abrahamo e Isacco, l’Iddio ch’è stato il mio pastore dacché esisto fino a questo giorno,
16 l’angelo che mi ha liberato da ogni male, benedica questi fanciulli! Siano chiamati col mio nome e col nome de’ miei padri Abrahamo ed Isacco, e moltiplichino copiosamente sulla terra!”
17 Or quando Giuseppe vide che suo padre posava la man destra sul capo di Efraim, n’ebbe dispiacere, e prese la mano di suo padre per levarla di sul capo di Efraim e metterla sul capo di Manasse.
18 E Giuseppe disse a suo padre: “Non così, padre mio; perché questo è il primogenito; metti la tua man destra sul suo capo”.
19 Ma suo padre ricusò e disse: “Lo so, figliuol mio, lo so; anch’egli diventerà un popolo, e anch’egli sarà grande; nondimeno, il suo fratello più giovane sarà più grande di lui, e la sua progenie diventerà una moltitudine di nazioni”.
20 E in quel giorno li benedisse, dicendo: “Per te Israele benedirà, dicendo: Iddio ti faccia simile ad Efraim ed a Manasse!” E mise Efraim prima di Manasse.
21 Poi Israele disse a Giuseppe: “Ecco, io mi muoio; ma Dio sarà con voi, e vi ricondurrà nel paese dei vostri padri.
22 E io ti do una parte di più che ai tuoi fratelli: quella che conquistai dalle mani degli Amorei, con la mia spada e col mio arco”.

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🔵 Introduzione

Genesi 48 ci presenta un momento profondamente toccante nella vita di Giacobbe (Israele): sul letto di morte, chiama il suo amato figlio Giuseppe per benedire i suoi due figli, Efraim e Manasse. Ma la benedizione non va come Giuseppe si aspetta. Attraverso Giacobbe, Dio rivela che le Sue scelte spesso superano la logica umana. Questa scena, importante storicamente, è anche una lezione spirituale sulla grazia, sull’elezione divina e sulla guida sovrana di Dio.

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🟡 Commento

1. La visita di Giuseppe (vv. 1–2)
Quando Giacobbe si ammala, Giuseppe corre da lui con i suoi figli. La scena esprime amore familiare e attesa spirituale. Giacobbe si rafforza – non fisicamente, ma nello spirito – per trasmettere la benedizione.

2. Il ricordo delle promesse di Dio (vv. 3–4)
Giacobbe ricorda l’apparizione di Dio a Luz (Betel) e le Sue promesse: discendenza, fertilità, una grande nazione e la terra promessa. Inizia la benedizione non con emozioni, ma con la Parola di Dio – fondamento di ogni benedizione spirituale.

3. Efraim e Manasse diventano suoi figli (vv. 5–7)
Giacobbe adotta simbolicamente i due figli di Giuseppe come suoi – “come Ruben e Simeone”. È un’immagine dell’adozione spirituale: Dio ci accoglie nella Sua famiglia anche se non siamo nati in essa.

4. L’incontro con i nipoti (vv. 8–12)
“Chi sono questi?” chiede Giacobbe – un momento simbolico, come l’apertura di una porta alla benedizione. Egli riconosce la fedeltà di Dio nel rivedere Giuseppe e anche la sua discendenza.

5. L’incrocio delle mani (vv. 13–14)
Giuseppe posiziona i figli secondo l’ordine naturale, Manasse alla destra di Giacobbe. Ma Giacobbe incrocia intenzionalmente le mani: la destra su Efraim, il minore. È un gesto voluto, guidato dallo Spirito di Dio.

6. La benedizione (vv. 15–16)
Giacobbe pronuncia una benedizione triplice:

  • Dal Dio dei suoi padri,

  • Dal Dio che è stato il suo pastore,

  • Dall’Angelo che lo ha liberato.
    Un’immagine completa dell’opera di Dio – nel passato, nel presente e nella salvezza.

7. L’obiezione di Giuseppe (vv. 17–19)
Giuseppe cerca di correggere suo padre. Ma Giacobbe risponde: “Lo so, figlio mio, lo so.” Il diritto umano non sempre corrisponde alla scelta divina. Dio sceglie secondo la Sua saggezza.

8. Benedizione per tutto Israele (v. 20)
“Dio ti renda come Efraim e Manasse!” – diventa la formula di benedizione per Israele. Il minore precede il maggiore – immagine profetica della grazia di Dio.

9. Le ultime parole di Giacobbe a Giuseppe (vv. 21–22)
Giacobbe parla della sua morte imminente, ma anche della promessa divina di riportare Israele nella terra dei padri. Dà a Giuseppe una porzione speciale – profezia dell’eredità futura.

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🟢 Riassunto

Genesi 48 è una scena potente di fede e profezia. Giacobbe, vicino alla morte, riflette sulla fedeltà di Dio e benedice la generazione futura. Sebbene Giuseppe si aspetti che Manasse sia privilegiato, Dio mostra che Efraim – il minore – sarà più grande. Questa benedizione è guidata spiritualmente, non secondo la logica umana. È il perfetto esempio di questo principio: Le vie di Dio sono più alte delle nostre.

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🔴 Messaggio per oggi

  • Dio non guarda come guarda l’uomo. Egli non sceglie secondo l’ordine, il merito o le apparenze, ma secondo il Suo consiglio.

  • Anche se sembriamo “secondi”, Dio può fare grandi cose attraverso di noi. Efraim era il minore, ma Dio lo ha elevato – perché era la Sua volontà.

  • Le benedizioni spirituali si estendono attraverso le generazioni. Le parole di Giacobbe sono diventate un modello per tutto Israele.

  • Nelle crisi, agiamo come Giacobbe – parliamo con fede, non guidati dalle emozioni. Sul letto di morte, Giacobbe testimonia con chiarezza la fedeltà di Dio.

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📆 1 – 7 Giugno 2025

📆 LETTURA SETTIMANALE DELLO SPIRITO DI PROFEZIA

📖 Ellen G. White │ Patriarchi e Profeti – Capitolo 8

Dopo il diluvio

📖 Leggi qui online

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🔵 Introduzione

Il diluvio era finito. Le acque si ritirarono e l’arca si fermò. Ma la vita dopo il diluvio non era semplicemente una continuazione: era un nuovo inizio completo. Nel capitolo 8 del libro Patriarchi e Profeti, viene descritto in modo impressionante come Dio non solo salva, ma guida, protegge e offre nuove promesse. Noè, il fedele predicatore di giustizia, è un esempio di obbedienza, gratitudine e fiducia, anche nei tempi di grande incertezza. Il mondo che lo attendeva non era più lo stesso – ma Dio era rimasto immutato: fedele, potente e pieno di grazia.

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🟡 Commento

1. Fede nella prova (I mesi nell’arca)

I cinque mesi passati nell’arca furono una difficile prova di pazienza. Senza sapere quando le acque si sarebbero ritirate, Noè rimase saldo. Non dubitò della guida di Dio. La fede lo sostenne, insieme alla sua famiglia, durante il buio.
Lezione: La vera fiducia si manifesta nel silenzio dell’attesa. La mano di Dio guida anche quando non possiamo vederla.

2. Il ritorno ordinato (Gli uccelli e la pazienza)

Noè cercò un segno liberando un corvo e una colomba. Ma non agì con impazienza – lasciò l’arca solo quando Dio glielo comandò esplicitamente.
Lezione: Anche quando vediamo dei segni, le nostre decisioni devono essere guidate dalla Parola di Dio, non solo dalle circostanze.

3. Il primo altare (Gratitudine e sacrificio)

Prima ancora di costruire una casa per sé, Noè edificò un altare per Dio. Offrì sacrifici di animali puri – segno della sua fede nel futuro sacrificio di Cristo.
Lezione: La vera gratitudine onora prima Colui che ha donato ogni cosa – anche quando le nostre risorse sono limitate.

4. La reazione di Dio: la nuova alleanza

Dio accolse con favore il “profumo soave” del sacrificio e stabilì la nuova alleanza: nessun altro diluvio globale. L’arcobaleno divenne il segno di questa alleanza.
Lezione: Dio usa segni visibili per assicurarci della Sua fedeltà invisibile. Le Sue promesse valgono per tutte le generazioni.

5. Terra cambiata, stile di vita cambiato

La terra era stata completamente trasformata dal diluvio – nel paesaggio e nell’ecosistema. Il permesso di mangiare carne fu un adattamento alla nuova realtà.
Lezione: I comandamenti e la cura di Dio si adattano alle circostanze dell’uomo, ma la Sua volontà morale rimane invariata.

6. Tesori nascosti della terra e giudizio

Il diluvio seppellì non solo corpi, ma anche l’orgoglio umano, la ricchezza e l’idolatria. Da ciò nacquero carbone, petrolio e minerali – testimoni della potenza distruttiva, ma anche della grazia di Dio.
Lezione: Ciò che l’uomo ha corrotto, Dio lo trasforma in testimonianza della Sua potenza e giustizia.

7. Giudizi futuri: fuoco invece di acqua

Come un tempo l’acqua, alla fine sarà il fuoco a purificare la terra. Vulcani, terremoti e disastri naturali saranno i precursori del ritorno di Cristo.
Lezione: Dio non avverte per spaventarci, ma per chiamarci al ravvedimento – la Sua grazia protegge i Suoi fedeli.

8. La protezione di Dio per i Suoi

Come Noè fu protetto nell’arca, così anche i credenti alla fine saranno protetti dalla potenza di Dio. Il Salmo 91 diventa una promessa personale in mezzo al caos.
Lezione: Il luogo sicuro non è geografico, ma spirituale: sotto le ali di Dio.

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🟢 Riassunto

Dopo il diluvio, Noè si trova davanti a un mondo completamente cambiato. Eppure, in mezzo a morte e distruzione, il suo cuore resta rivolto a Dio. La sua obbedienza, la sua gratitudine e la sua fede lo rendono un esempio per tutte le generazioni. Dio risponde con grazia, promessa e protezione. L’arcobaleno che si curva sul cielo e sul trono è il segno eterno: l’alleanza di Dio rimane. E anche se verranno giudizi futuri, Egli proteggerà coloro che confidano in Lui.

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🔴 Messaggio per noi oggi

In un mondo nuovamente segnato dall’incertezza, da catastrofi naturali e dal degrado morale, Dio ci chiama a vivere come Noè: con fede, obbedienza e gratitudine. Quando tutto ciò che conosciamo viene scosso, possiamo sapere con certezza:

La mano di Dio è ancora al timone.

La Sua alleanza rimane salda. L’arcobaleno nel cielo è più di un fenomeno naturale – è testimonianza della Sua fedeltà. E proprio come Noè fu protetto durante il giudizio, anche noi possiamo sapere:

I giusti sono al sicuro – non perché siano forti, ma perché confidano in Dio.

Perciò: costruiamo altari di gratitudine prima di edificare le nostre case. Doniamo prima di ricevere. Crediamo prima di vedere.
Poiché, dice il Signore, tuo Redentore: «La mia grazia non si allontanerà da te.» (Isaia 54:10)

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📆 1 – 7 Giugno 2025

📆 LETTURA SETTIMANALE DELLO SPIRITO DI PROFEZIA

📖 Ellen G. White │ Patriarchi e Profeti – Capitolo 9

La prima settimana

📖 Leggi qui online

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🔵 Introduzione

La suddivisione della settimana in sette giorni risale direttamente alla Creazione: sei giorni di lavoro e un giorno di riposo. Nel capitolo 9 di Patriarchi e Profeti, Ellen G. White spiega come questo principio divino sia stato stabilito nel racconto della Creazione e riaffermato nella Legge al Sinai. Allo stesso tempo, avverte contro le concezioni moderne errate che dilatano la settimana della Creazione in periodi indefiniti, minando così il quarto comandamento.

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🟡 Commento

1.Fondamento biblico della settimana di sette giorni

1.1 I giorni della Creazione come giorni letterali

    • Ogni giorno della Creazione era composto da sera e mattina e non differiva dai nostri giorni odierni.

    • Dio creò in sei giorni; il settimo giorno riposò, benedì e santificò quel giorno come sabato.

1.2 Conferma al Sinai

    • Il quarto comandamento si riferisce direttamente all’opera creatrice di Dio (Esodo 20,8–11).

    • Questa chiara motivazione sottolinea il significato letterale di una settimana di sette giorni.

2.Critica delle interpretazioni temporali non bibliche

2.1 Teorie geologiche vs. racconto della Creazione

    • I geologi trovano fossili di grandi creature e spesso li interpretano come prova di lunghe ere geologiche.

    • White sostiene che molte scoperte siano resti di esseri antediluviani e non contraddicano la settimana biblica.

2.2 Errore e incredulità

    • Estendere i giorni della Creazione in periodi indefiniti oscura il chiaro comandamento di Dio.

    • L’obiettivo di Satana è offuscare il quarto comandamento e spingere l’umanità alla ribellione contro l’autorità divina.

3.Armonia tra scienza e rivelazione

3.1 Limiti della scienza umana

    • La scienza naturale non può spiegare completamente l’attività creatrice di Dio.

    • La vera istruzione e la ricerca conducono non al dubbio, ma all’obbedienza alla Parola di Dio.

3.2 Il libro della natura e la Parola scritta

    • Entrambi si completano: le scoperte nella natura e nella Scrittura confermano la potenza di Dio.

    • La scienza senza fondamento biblico naviga “senza carta né bussola” su mari sconosciuti.

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🟢 Riepilogo

Ellen G. White sottolinea che la settimana di sette giorni inizia con giorni letterali nella Creazione ed è confermata dalla Legge al Sinai. Le teorie geologiche moderne, che attribuiscono alle giornate di Creazione lunghi periodi indefiniti, contraddicono il racconto biblico chiaro. Scienza e rivelazione non sono in conflitto, purché la ricerca resti nel quadro delle Sacre Scritture.

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🔴 Messaggio per noi oggi

Il quarto comandamento ci ricorda l’autorità di Dio come Creatore e l’importanza di osservare regolarmente giorni di riposo. In un’epoca in cui le teorie scientifiche superano spesso la Bibbia, dovremmo sempre misurare il nostro sapere alla luce della Parola di Dio. Osservare il sabato può rinnovare le nostre forze e rafforzare la nostra fede.

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