📅 2 giugno 2025
📖 LETTURA BIBLICA QUOTIDIANA
✨ Genesi 47 – Giacobbe davanti al Faraone e la provvidenza di Dio nei tempi di bisogno
🌍 Dio provvede nella terra straniera: Giacobbe in Egitto, speranza durante la carestia
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📜 Testo biblico – Genesi 47 (Riveduta 1927)
1 Giuseppe andò quindi a informare Faraone, e gli disse: “Mio padre e i miei fratelli coi loro greggi, coi loro armenti e con tutto quello che hanno, son venuti dal paese di Canaan; ed ecco, sono nel paese di Goscen”.
2 E prese cinque uomini di tra i suoi fratelli e li presentò a Faraone.
3 E Faraone disse ai fratelli di Giuseppe: “Qual è la vostra occupazione?” Ed essi risposero a Faraone: “I tuoi servitori sono pastori, come furono i nostri padri”.
4 Poi dissero a Faraone: “Siam venuti per dimorare in questo paese, perché nel paese di Canaan non c’è pastura per i greggi dei tuoi servitori; poiché la carestia v’è grave; deh, permetti ora che i tuoi servi dimorino nel paese di Goscen”.
5 E Faraone parlò a Giuseppe dicendo: “Tuo padre e i tuoi fratelli son venuti da te;
6 il paese d’Egitto ti sta dinanzi; fa’ abitare tuo padre e i tuoi fratelli nella parte migliore del paese; dimorino pure nel paese di Goscen; e se conosci fra loro degli uomini capaci, falli sovrintendenti del mio bestiame”.
7 Poi Giuseppe menò Giacobbe suo padre da Faraone, e glielo presentò. E Giacobbe benedisse Faraone.
8 E Faraone disse a Giacobbe: “Quanti sono i giorni del tempo della tua vita?”
9 Giacobbe rispose a Faraone: “I giorni del tempo de’ miei pellegrinaggi sono centotrent’anni; i giorni del tempo della mia vita sono stati pochi e cattivi, e non hanno raggiunto il numero dei giorni della vita de’ miei padri, ai dì dei loro pellegrinaggi”.
10 Giacobbe benedisse ancora Faraone, e si ritirò dalla presenza di lui.
11 E Giuseppe stabilì suo padre e i suoi fratelli, e dette loro un possesso nel paese d’Egitto, nella parte migliore del paese, nella contrada di Ramses, come Faraone aveva ordinato.
12 E Giuseppe sostentò suo padre, i suoi fratelli e tutta la famiglia di suo padre, provvedendoli di pane, secondo il numero de’ figliuoli.
13 Or in tutto il paese non c’era pane, perché la carestia era gravissima; il paese d’Egitto e il paese di Canaan languivano a motivo della carestia.
14 Giuseppe ammassò tutto il danaro che si trovava nel paese d’Egitto e nel paese di Canaan, come prezzo del grano che si comprava; e Giuseppe portò questo danaro nella casa di Faraone.
15 E quando il danaro fu esaurito nel paese d’Egitto e nel paese di Canaan, tutti gli Egiziani vennero a Giuseppe e dissero: “Dacci del pane! Perché dovremmo morire in tua presenza? giacché il danaro è finito”.
16 E Giuseppe disse: “Date il vostro bestiame; e io vi darò del pane in cambio del vostro bestiame, se non avete più danaro”.
17 E quelli menarono a Giuseppe il loro bestiame; e Giuseppe diede loro del pane in cambio dei loro cavalli, dei loro greggi di pecore, delle loro mandre di buoi e dei loro asini. Così fornì loro del pane per quell’anno, in cambio di tutto il loro bestiame.
18 Passato quell’anno, tornarono a lui l’anno seguente, e gli dissero: “Noi non celeremo al mio signore che, il danaro essendo esaurito e le mandre del nostro bestiame essendo passate al mio signore, nulla più resta che il mio signore possa prendere, tranne i nostri corpi e le nostre terre.
19 E perché dovremmo perire sotto gli occhi tuoi: noi e le nostre terre? Compra noi e le terre nostre in cambio di pane; e noi con le nostre terre saremo schiavi di Faraone; e dacci da seminare affinché possiam vivere e non moriamo, e il suolo non diventi un deserto”.
20 Così Giuseppe comprò per Faraone tutte le terre d’Egitto; giacché gli Egiziani venderono ognuno il suo campo, perché la carestia li colpiva gravemente. Così il paese diventò proprietà di Faraone.
21 Quanto al popolo, lo fece passare nelle città, da un capo all’altro dell’Egitto;
22 solo le terre dei sacerdoti non acquistò; perché i sacerdoti ricevevano una provvisione assegnata loro da Faraone, e vivevano della provvisione che Faraone dava loro; per questo essi non venderono le loro terre.
23 E Giuseppe disse al popolo: “Ecco, oggi ho acquistato voi e le vostre terre per Faraone; eccovi del seme; seminate la terra;
24 e al tempo della raccolta, ne darete il quinto a Faraone, e quattro parti saran vostre, per la sementa dei campi e per il nutrimento vostro, di quelli che sono in casa vostra, e per il nutrimento de’ vostri bambini”.
25 E quelli dissero: “Tu ci hai salvato la vita! ci sia dato di trovar grazia agli occhi del mio signore, e saremo schiavi di Faraone!”
26 Giuseppe ne fece una legge, che dura fino al dì d’oggi, secondo la quale un quinto del reddito delle terre d’Egitto era per Faraone; non ci furono che le terre dei sacerdoti che non furon di Faraone.
27 Così gl’Israeliti abitarono nel paese d’Egitto, nel paese di Goscen; vi ebbero de’ possessi, vi s’accrebbero, e moltiplicarono oltremodo.
28 E Giacobbe visse nel paese d’Egitto diciassette anni; e i giorni di Giacobbe, gli anni della sua vita, furono centoquarantasette.
29 E quando Israele s’avvicinò al giorno della sua morte, chiamò il suo figliuolo Giuseppe, e gli disse: “Deh, se ho trovato grazia agli occhi tuoi, mettimi la mano sotto la coscia, e usami benignità e fedeltà; deh, non mi seppellire in Egitto!
30 ma, quando giacerò coi miei padri, portami fuori d’Egitto, e seppelliscimi nel loro sepolcro!”
31 Ed egli rispose: “Farò come tu dici”. E Giacobbe disse: “Giuramelo”. E Giuseppe glielo giurò. E Israele, vòlto al capo del letto, adorò.
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🔵 Introduzione
Il 47° capitolo del primo libro della Genesi descrive una tappa decisiva nella vita di Giacobbe e della sua famiglia: l’inizio della loro permanenza in Egitto, una terra straniera. Mentre carestia e collasso economico sconvolgono la regione, assistiamo a come la provvidenza di Dio, operando attraverso la saggezza di Giuseppe, provveda non solo al popolo eletto, ma a un’intera nazione. Allo stesso tempo, Giacobbe incontra l’uomo più potente del suo tempo, il Faraone, non da mendicante, ma da patriarca che impartisce benedizione.
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🟡 Commento
1. Arrivo a Goshen e benedizione di Giacobbe su Faraone (vv. 1–10)
Giuseppe introduce alcuni suoi fratelli al Faraone. Essere pastori non è un handicap, ma l’opportunità di occupare il posto che Dio ha provveduto per loro: Goshen, regione fertile per l’allevamento. Notevole è il momento in cui Giacobbe benedice il Faraone: un’immagine di autorità spirituale che supera il potere terreno.
«E Giacobbe benedisse il Faraone.» (v. 7) – Il popolo di Dio porta benedizione nel mondo, anche in un ambiente non credente.
2. La cura di Giuseppe per la sua famiglia (vv. 11–12)
Giuseppe dota la sua famiglia dei migliori possedimenti in Egitto, segno della provvidenza divina operante attraverso strumenti umani. La fedeltà patriarcale e la fedeltà di Dio sono al centro di questo passaggio.
3. La crisi economica – carestia in Egitto (vv. 13–26)
La fame è così grave che in Egitto e in Canaan non c’è più neppure il denaro, poi il bestiame e le terre passano al Faraone. Giuseppe agisce con straordinaria saggezza, garantendo ordine e sostentamento.
Un principio ricorrente: Dio usa le crisi per realizzare il suo piano, ma non dimentica il suo popolo. Giuseppe porta stabilità dove regnano caos e disperazione.
4. La benedizione di Israele in Egitto (vv. 27–28)
Nonostante tutto, il popolo di Israele cresce e si moltiplica. Dio benedice la sua gente non solo nella terra promessa, ma anche in terra straniera. Giacobbe vive altri diciassette anni in Egitto, testimonianza di pace e benedizione in mezzo alla crisi.
5. L’ultimo desiderio di Giacobbe (vv. 29–31)
Giacobbe chiede a Giuseppe di non seppellirlo in Egitto, ma di portarlo a riposare con i suoi padri in Canaan. Il suo cuore rimane rivolto alle promesse di Dio, alla terra dei suoi padri. Il rifiuto di un funerale in Egitto esprime il suo fermo atto di fede nell’accomplimento futuro delle promesse divine.
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🟢 Riassunto
In Genesi 47 vediamo Giacobbe e la sua famiglia stabilirsi in Egitto e sperimentare la provvidenza di Dio in mezzo alla carestia. Giuseppe assume un ruolo chiave: con la sua saggezza governa il paese e assicura la sopravvivenza non solo della famiglia, ma di tutta l’Egitto. Giacobbe rimane un uomo di fede fino alla fine, con lo sguardo fisso sulle promesse di Dio piuttosto che sui beni terreni.
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🔴 Messaggio per oggi
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Dio provvede anche in terra straniera – Anche se non siamo nel «luogo promesso», Dio può provvedere ai nostri bisogni, proteggerci e farci prosperare ovunque.
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La benedizione non dipende dal luogo o dalle circostanze – Come Giacobbe benedice il Faraone, anche noi siamo chiamati a trasmettere benedizione spirituale ovunque ci troviamo.
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La crisi rivela la vera leadership – La saggezza di Giuseppe durante la carestia mostra che fede e responsabilità vanno di pari passo.
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Tenere lo sguardo sulle promesse divine – Come Giacobbe, nonostante la sicurezza in Egitto, deve costantemente guardare al futuro che Dio ha promesso.
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I tempi difficili sono opportunità di fede e crescita – A livello personale e comunitario, la crisi può diventare un’occasione per rafforzare la fiducia e maturare spiritualmente.
