Lezione 9. Nei Salmi: Seconda parte | 9.4 Vino e Sangue | ALLUSIONI, IMMAGINI E SIMBOLI | VITA DI FEDE

Lezione 9: Nei Salmi: Seconda parte
9.4 Vino e Sangue
Dal calice del giudizio al calice dell’alleanza
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Introduzione
Nel XXI secolo assistiamo ogni giorno agli abusi di potere, allo scivolamento dei principi morali e alla messa in crisi delle stesse fondamenta della nostra civiltà. La Bibbia però guarda oltre: promette che Dio interverrà infine per annientare il male e stabilire un nuovo ordine mondiale giusto. Il Salmo 75, Matteo 26,26–29 e Apocalisse 14,9–12 affrontano aspetti di questo giudizio divino e della rinnovazione finale. In che modo vino e sangue, abuso di potere e giustizia si intrecciano? E perché questa creazione deve essere del tutto distrutta prima che l’opera di Dio sia compiuta?
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Studio biblico
1.Salmo 75
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v. 1–3: «Dio è giudice; mette giù uno e innalza un altro.» L’adorazione riconosce la giustizia sovrana di Dio e resiste all’arroganza umana.
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v. 7–8: «Non dall’oriente né dall’occidente, né dal deserto riceve l’elevazione; è Dio solo che giudica.» Solo Dio decide la salita e la caduta dei potenti.
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v. 10: «I malvagi saranno sterminati; mai più gli empi saranno ricordati.» Un’immagine della distruzione finale (cfr. Ap 20).
2.Matteo 26,26–29
Alla Cena, Gesù chiama il pane Suo corpo e il vino Suo sangue, «versato per la remissione dei peccati». Il Suo sangue è il riscatto dal giudizio e prefigura la purificazione del mondo.
3.Apocalisse 14,9–12
Un terzo angelo avverte contro il marchio della bestia e annuncia il «vino dell’ira di Dio» per chi lo accetta. Il vino del giudizio contrasta quello della remissione nella Cena.
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Risposte alle domande
1. Che cosa rivela il Salmo 75 sul giudizio?
Dio è il Giudice supremo che stabilisce quando l’orgoglio umano cadrà. Gli abusi di potere non passano inosservati: chi si erge con arroganza viene spezzato, i poveri in spirito sono innalzati. Questo anticipa la scena finale in Apocalisse 20, quando i regni di Satana crolleranno e il popolo di Dio sarà liberato.
2. Come aiutano Matteo 26,26–29 e Apocalisse 14,9–12 a capire questi temi?
– Matteo 26 ricorda il sangue purificatore di Gesù, fondamento della nuova creazione: chi si lascia lavare dal Suo sangue non parteciperà al giudizio.
– Apocalisse 14 avverte del vino dell’ira divina versato su chi segue la bestia. Insieme, Cena e Apocalisse mostrano due aspetti di un unico calice: vino di redenzione e vino di giudizio.
3. Perché questa creazione deve essere completamente distrutta?
Il nostro impegno per la giustizia onora Dio e porta guarigione, ma nessuna soluzione umana è perfetta fintanto che il peccato e i suoi sistemi permangono. Solo una distruzione totale dell’ordine corrotto fa spazio alla nuova creazione di Dio: un mondo senza inganni, oppressione o relativismo morale, dove regneranno vera giustizia e santità.
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Principi spirituali
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Solo Dio è giudice: Egli governa la salita e la caduta dei potenti (Sal 75).
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Due calici, un solo scopo: Il calice della Cena rappresenta la redenzione, quello dell’Apocalisse il giudizio (Mt 26; Ap 14).
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L’abuso di potere non resterà impunito.
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Il servizio alla giustizia è un anticipo, non la meta finale.
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La fede resiste al declino morale confidando nell’intervento definitivo di Dio.
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Applicazione nella vita quotidiana
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Prega ogni giorno con il calice della Cena: mentre spezzate il pane, ricordate il sangue di Gesù e lasciate che il perdono guidi le vostre azioni.
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Vegliate sul vostro cuore: conservate l’umiltà, poiché Dio innalza i piccoli (Sal 75).
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Cercate la riconciliazione: promuovete la pace, ma seguendo gli standard biblici, anche quando la cultura vacilla.
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Condividete la speranza: parlate con amici di giudizio e nuova creazione; incoraggiateli alla conversione prima del «vino dell’ira».
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Servite la giustizia: difendete le vittime di abusi di potere, sapendo che la vera giustizia arriverà nel regno di Dio.
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Conclusione
Salmo 75, Matteo 26 e Apocalisse 14 tracciano l’arco che va dall’arroganza umana al sacrificio di Gesù fino al giudizio finale. Ci insegnano che grazia e giudizio sono due facce dell’opera salvifica di Dio. Pur vivendo in questo mondo decaduto, il nostro impegno rimane necessario, ma la nostra speranza è posta nella nuova creazione che il Re giusto stabilirà.
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Pensiero del giorno
«Il vino della grazia consola i giusti; il vino dell’ira giudica i malvagi, finché non sorga il giorno della nuova creazione.»
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Illustrazione – Dal calice della grazia all’ira del giudizio: speranza e rinascita nella tempesta del futuro
Era l’anno 2042. In una metropoli di torri di vetro e insegne digitali, la gente si radunava intorno all’ultima Chiesa ecumenica della Pace, l’unica a resistere al decadimento. finanziata da conglomerati un tempo colpevoli di abusi di potere e ora predicatori di rinnovamento morale, essa sorgeva come un’oasi – ma un flusso crescente di scettici faceva scricchiolare i suoi portoni.
Lena, una giovane pastora, preparava la Cena del Signore. Nelle sue mani luccicavano pane e vino, ricordi tangibili del sacrificio di Gesù. All’esterno, sui grandi schermi, scorrevano notizie di povertà e di intelligenze artificiali pronte a sostituire i tribunali umani, privare le persone della loro autonomia e ridefinire il matrimonio. La folla applaudiva mentre “Nuova Vita” decantava il potere di un Dio tecnologico.
Quando Lena distribuì il pane, disse: «Questo è il mio corpo… questo è il mio sangue». La sua voce tremava mentre leggeva davanti a fedeli di tutte le età un brano dall’Apocalisse 14: il racconto dell’ultimo giudizio, quando gli angeli disperdono il vino rovente dell’ira divina sulle forze del male. Poi si avventurò nella strada, con briciole di pane in una mano e il calice di vino nell’altra, offrendoli a senzatetto, dirigenti d’azienda, bambini in maglietta “Nuova Vita” e anziani dallo sguardo giudizioso.
Una tempesta furiosa si addensò all’improvviso, come se la realtà fosse stanca di oscillare tra misericordia e condanna. I semafori iniziarono a lampeggiare, gli schermi si accesero di rosso. E allora accadde qualcosa di straordinario: un arcobaleno si stagliò sopra i grattacieli, come se Dio stesse spezzando il vecchio mondo per dipingere il cielo della nuova terra.
Nel vento volteggiavano fiocchi di petali, segno che anche la caduta e la distruzione possono generare frutti. Lena alzò pane e calice e proclamò: «Venite al Re, al Giudice giusto!» Le persone si fermarono, avvertirono insieme la presenza di grazia e giudizio, e molti volti si ammorbidì come quel vino nel calice.
Il mattino seguente la città era avvolta in un bianco splendido. Dove un tempo trionfavano schermi e slogan digitali, ora troneggiavano statue di colombe. Dove sventolavano striscioni hi-tech, un fiume di petali serpeggiava tra le strade. E le parole del Salmo 75 risuonavano in ogni cuore: «Non alzate la mano con orgoglio; Dio solo giudica.» Così ebbe inizio il primo giorno del mondo nuovo creato da Dio – purificato dal sangue dell’Agnello e dalla parola del Re giusto.