
28 maggio 2025
LETTURA BIBLICA QUOTIDIANA
Genesi 42 – Il viaggio dei figli di Giacobbe in Egitto (Parte 1)
I figli di Giacobbe—senza Beniamino—portati davanti al trono di Giuseppe
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Testo biblico – Genesi 42 (Riveduta 1927)
1 Or Giacobbe, vedendo che c’era del grano in Egitto, disse ai suoi figliuoli: “Perché vi state a guardare l’un l’altro?”
2 Poi disse: “Ecco, ho sentito dire che c’è del grano in Egitto; scendete colà per comprarcene, onde possiam vivere e non abbiamo a morire”.
3 E dieci de’ fratelli di Giuseppe scesero in Egitto per comprarvi del grano.
4 Ma Giacobbe non mandò Beniamino, fratello di Giuseppe, coi suoi fratelli, perché diceva: “Che non gli abbia a succedere qualche disgrazia!”
5 E i figliuoli d’Israele giunsero per comprare del grano in mezzo agli altri, che pur venivano; poiché nel paese di Canaan c’era la carestia.
6 Or Giuseppe era colui che comandava nel paese; era lui che vendeva il grano a tutta la gente del paese; e i fratelli di Giuseppe vennero, e si prostrarono dinanzi a lui con la faccia a terra.
7 E Giuseppe vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma fece lo straniero davanti a loro, e parlò loro aspramente e disse loro: “Donde venite?” Ed essi risposero: “Dal paese di Canaan per comprar de’ viveri”.
8 E Giuseppe riconobbe i suoi fratelli, ma essi non riconobbero lui.
9 E Giuseppe si ricordò de’ sogni che aveva avuti intorno a loro, e disse: “Voi siete delle spie! Siete venuti per vedere i luoghi sforniti del paese!”
10 Ed essi a lui: “No, signor mio; i tuoi servitori son venuti a comprar de’ viveri.
11 Siamo tutti figliuoli d’uno stesso uomo; siamo gente sincera; i tuoi servitori non son delle spie”.
12 Ed egli disse loro: “No, siete venuti per vedere i luoghi sforniti del paese!”
13 E quelli risposero: “Noi, tuoi servitori, siamo dodici fratelli, figliuoli d’uno stesso uomo, nel paese di Canaan. Ed ecco, il più giovane è oggi con nostro padre, e uno non è più”.
14 E Giuseppe disse loro: “La cosa è come v’ho detto; siete delle spie!
15 Ecco come sarete messi alla prova: Per la vita di Faraone, non uscirete di qui prima che il vostro fratello più giovine sia venuto qua.
16 Mandate uno di voi a prendere il vostro fratello; e voi resterete qui in carcere, perché le vostre parole siano messe alla prova, e si vegga se c’è del vero in voi; se no, per la vita di Faraone, siete delle spie!”
17 E li mise assieme in prigione per tre giorni.
18 Il terzo giorno, Giuseppe disse loro: “Fate questo, e vivrete; io temo Iddio!
19 Se siete gente sincera, uno di voi fratelli resti qui incatenato nella vostra prigione; e voi, andate, portate del grano per la necessità delle vostre famiglie;
20 e menatemi il vostro fratello più giovine; così le vostre parole saranno verificate, e voi non morrete”. Ed essi fecero così.
21 E si dicevano l’uno all’altro: “Sì, noi fummo colpevoli verso il nostro fratello, giacché vedemmo l’angoscia dell’anima sua quando egli ci supplicava, e noi non gli demmo ascolto! Ecco perché ci viene addosso quest’angoscia”.
22 E Ruben rispose loro, dicendo: “Non ve lo dicevo io: Non commettete questo peccato contro il fanciullo? Ma voi non mi voleste dare ascolto. Perciò ecco, che il suo sangue ci è ridomandato”.
23 Or quelli non sapevano che Giuseppe li capiva, perché fra lui e loro c’era un interprete.
24 Ed egli s’allontanò da essi, e pianse. Poi tornò, parlò loro, e prese di fra loro Simeone, che fece incatenare sotto i loro occhi.
25 Poi Giuseppe ordinò che s’empissero di grano i loro sacchi, che si rimettesse il danaro di ciascuno nel suo sacco, e che si dessero loro delle provvisioni per il viaggio. E così fu fatto.
26 Ed essi caricarono il loro grano sui loro asini, e se ne andarono.
27 Or l’un d’essi aprì il suo sacco per dare del foraggio al suo asino, nel luogo ove pernottavano, e vide il suo danaro ch’era alla bocca del sacco;
28 e disse ai suoi fratelli: “Il mio danaro m’è stato restituito, ed eccolo qui nel mio sacco”. Allora il cuore venne lor meno, e, tremando, dicevano l’uno all’altro: “Che è mai questo che Dio ci ha fatto?”
29 E vennero a Giacobbe, loro padre, nel paese di Canaan, e gli raccontarono tutto quello ch’era loro accaduto, dicendo:
30 “L’uomo ch’è il signor del paese, ci ha parlato aspramente e ci ha trattato da spie del paese.
31 E noi gli abbiamo detto: Siamo gente sincera; non siamo delle spie;
32 siamo dodici fratelli, figliuoli di nostro padre; uno non è più, e il più giovine è oggi con nostro padre nel paese di Canaan.
33 E quell’uomo, signore del paese, ci ha detto: Da questo conoscerò se siete gente sincera; lasciate presso di me uno dei vostri fratelli, prendete quel che vi necessita per le vostre famiglie, partite, e menatemi il vostro fratello più giovine.
34 Allora conoscerò che non siete delle spie ma gente sincera; io vi renderò il vostro fratello, e voi potrete trafficare nel paese”.
35 Or com’essi vuotavano i loro sacchi, ecco che l’involto del danaro di ciascuno era nel suo sacco; essi e il padre loro videro gl’involti del loro danaro, e furon presi da paura.
36 E Giacobbe, loro padre, disse: “Voi m’avete privato dei miei figliuoli! Giuseppe non è più, Simeone non è più, e mi volete togliere anche Beniamino! Tutto questo cade addosso a me!”
37 E Ruben disse a suo padre: “Se non te lo rimeno, fa’ morire i miei due figliuoli! Affidalo a me, io te lo ricondurrò”.
38 Ma Giacobbe rispose: “Il mio figliuolo non scenderà con voi; poiché il suo fratello è morto, e questo solo è rimasto: se gli succedesse qualche disgrazia durante il vostro viaggio, fareste scendere con cordoglio la mia canizie nel soggiorno de’ morti”.
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Introduzione
In Genesi 42 ha inizio la drammatica riunione tra i figli di Giacobbe e il loro fratello Giuseppe—ora un potente governatore in Egitto. Temendo per Beniamino, Giacobbe invia solo dieci suoi figli a comprare grano. Il loro ritorno senza Beniamino e il nuovo incontro con Giuseppe scatenano sensi di colpa, prove e la rivelazione di verità a lungo nascoste.
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Commento
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La paura di Giacobbe e la missione (vv. 1–4)
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Giacobbe riconosce la carestia in Canaan e manda dieci dei suoi figli in Egitto per il grano.
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Tiene Beniamino a casa per timore della sua incolumità.
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Primo incontro con Giuseppe (vv. 5–8)
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I fratelli si prostrano, ma Giuseppe si comporta come uno straniero e parla loro duramente.
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Si dichiarano di Canaan, mentre lui nasconde la sua identità.
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Accusa di spionaggio (vv. 9–17)
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Giuseppe li accusa di essere spie e chiede la presenza di Beniamino per verificare la loro sincerità.
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Li mette in prigione per tre giorni come prova.
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Condizioni di rilascio (vv. 18–20)
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Giuseppe promette la libertà se lasceranno Simeone in ostaggio e porteranno Beniamino.
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Pentimento e confessione (vv. 21–24)
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I fratelli ammettono il loro torto verso Beniamino e si pentono sinceramente.
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Giuseppe, commosso, piange in silenzio ma fa legare Simeone.
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Provvista e segno misterioso (vv. 25–28)
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I sacchi vengono riempiti di grano e mirabilmente includono il loro denaro.
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Scoprire i soldi spaventa i fratelli e rivela la provvidenza nascosta di Dio.
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Ritorno e reazione di Giacobbe (vv. 29–38)
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Raccontano a Giacobbe l’umiliazione e la richiesta di Beniamino.
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Giacobbe è angosciato; Ruben si offre garante, ma il padre esita.
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Sintesi
I figli di Giacobbe si trovano davanti a Giuseppe senza riconoscerlo, accusati di spionaggio che riflette il loro antico tradimento. La prova di Simeone e la richiesta di Beniamino mettono alla prova la loro coscienza. Nel frattempo, la miracolosa restituzione del denaro prefigura la futura riconciliazione e l’intervento divino.
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Messaggio per oggi
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Dio esamina il nostro cuore: Le crisi rivelano le nostre vere motivazioni.
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Il pentimento inizia nella coscienza: Riconoscere il proprio errore apre la strada alla guarigione.
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La provvidenza divina è spesso nascosta: Dio provvede silenziosamente ai nostri bisogni.
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La riconciliazione richiede coraggio: Portare il più vulnerabile tra noi prepara il cammino verso l’unità.
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Confida nel piano di Dio: Anche nella paura e nel senso di colpa, siamo chiamati a fare il passo successivo nella fede, come Giacobbe e i suoi figli devono mandare Beniamino in Egitto.
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25 – 31 maggio 2025
LETTURA SETTIMANALE DELLO SPIRITO DI PROFEZIA
Ellen G. White │ Patriarchi e Profeti – Capitolo 7
Il diluvio
Leggi qui online
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Introduzione
In un mondo un tempo di bellezza paradisiaca, regnavano profonda corruzione: idolatria, violenza e decadenza morale avevano sopraffatto la fiducia nel Creatore. Quando Dio vide che “ogni inclinazione dei pensieri del loro cuore era soltanto malvagia continuamente” (Genesi 6:5), annunciò un giudizio universale mediante le acque e insieme preparò una via di salvezza: l’Arca di Noè.
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Commento
1.Lo stato letale della Terra
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Corrotta da idolatria e auto-divinizzazione
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Adulterio, violenza e licenziosità: violazione dell’ordine divino della vita
2.La missione di Noè e il periodo di preparazione
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120 anni di costruzione dell’Arca come monito vivente
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Predicazione di conversione e invito alla salvezza
3.Il soccorso divino per Noè e la sua famiglia
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L’Arca come simbolo di grazia divina e obbedienza
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Chiusura della porta: fine di ogni opportunità di ravvedimento
4.Il giorno del giudizio nel Diluvio
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Rottura delle sorgenti sotterranee e apertura delle finestre del cielo
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Distruzione degli impenitenti, salvezza dei giusti
5.Tipo del giudizio finale
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Paralleli tra il tempo di Noè e gli ultimi giorni (Mt 24:38–39; 2 Pt 3)
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L’avvertimento e l’invito restano validi fino al ritorno di Cristo
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Riassunto
L’umanità pre-diluviana abusò dei doni di Dio e della vita stessa, negò il Creatore e forgiò la propria rovina nel peccato. Dio rese noto il Suo giudizio a Noè, offrendo al contempo salvezza a lui e alla sua famiglia mediante la costruzione dell’Arca. Chi accolse il richiamo di Dio fu preservato; chi rimase nella ribellione fu sommerso dal giudizio. Il Diluvio mostra tanto la giustizia santa di Dio quanto la Sua misericordia per chi crede e obbedisce.
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Messaggio per noi oggi
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Vigilanza e ravvedimento: Come ai tempi di Noè, anche il nostro cuore può essere facilmente catturato da egoismo e sregolatezza. L’avvertimento di Dio ci chiama alla conversione e a una vita santa.
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Obbedienza è salvezza: Chi ascolta la voce di Dio e percorre il Suo cammino trova salvezza non per merito proprio, ma per grazia.
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Parallelo escatologico: Il Diluvio è un monito per il futuro giudizio di Cristo. Prepariamoci vivendo la fede, evitando il peccato e condividendo con altri il messaggio salvifico.