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⛪ Lezione 9: Nei Salmi: Seconda parte

📘 9.2 Speranza in piena crisi
✨ Il Trono immutabile sopra un mondo in tempest

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🟦 Introduzione

In un mondo dominato da crisi, conflitti e notizie catastrofiche, aneliamo a stabilità e speranza. La profezia biblica ci rivela che un giorno questa terra subirà un “reset”: i regni fossilizzati del peccato e della sofferenza crolleranno e Dio stesso creerà un nuovo cielo e una nuova terra (Ap 22,1). Ma fino ad allora attraversiamo giorni di sconvolgimenti e confusione. Come possiamo restare saldi nella fede quando tutto intorno a noi sembra disfarsi?

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📖 Studio biblico

  1. Geremia 4,23–26
    «Ho guardato la terra: ed era desolata; tutte le sue città erano rovine davanti all’Eterno, davanti al suo furore.
    24 Ho guardato il cielo: non c’era sole, e nessuna luce splendente di stelle.
    25 Ho guardato i monti: ed ecco tremavano, e tutte le colline si muovevano.
    26 Ho guardato: ed ecco, non c’era alcun uomo, e tutti gli uccelli del cielo erano fuggiti.»

Geremia descrive una scena in cui persino i fondamenti della creazione – cielo, terra e monti – vacillano. Questa immagine preannuncia non solo sconvolgimenti spirituali, ma anche fisici: il mondo come lo conosciamo cesserà di esistere prima che l’opera nuova di Dio abbia inizio.

  1. Daniele 7
    In questa visione, Daniele vede «un mare in tempesta» (Dn 7,2) dal quale sorgono folle di popoli e regni, per poi cadere nuovamente. Nessuno può risolvere i problemi più profondi dell’umanità, e tuttavia il capitolo annuncia un regno eterno il cui trono è “inamovibile” (cfr. Ez 1,26).

  2. Salmo 46,7–8
    «Le nazioni si agitano, i regni vacillano; egli fa udire la sua voce – allora la terra si scioglie.
    8 L’Eterno degli eserciti è con noi; il Dio di Giacobbe è il nostro rifugio.»

Qui ascoltiamo il tuono di Dio che abbatte i regni terreni, e al tempo stesso la promessa che EGLI è la nostra protezione incrollabile.

  1. Matteo 24
    Gesù stesso avverte che gli ultimi tempi saranno accompagnati da un caos crescente. Ma questi segni non sono una serie casuale di catastrofi, bensì indicatori della sua prossima venuta.

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📖 Risposte alle domande

📌 Domanda 1: Leggi Geremia 4,23–26. Che cosa ci dicono questi versetti sul destino di questo mondo, almeno finché non verrà “un nuovo cielo e una nuova terra” (Ap 22,1)?

Questi versetti dipingono un quadro di totale devastazione: nessun sole, nessuna stella, nessun uomo, nessun uccello – tutta la creazione è coinvolta. Da ciò apprendiamo che il giudizio di Dio non è solo simbolico, ma tocca la realtà materiale. L’antica terra sarà purificata dal peccato prima di essere trasformata in qualcosa di nuovo. Fino ad allora, viviamo il tempo preparatorio al “reset” finale di Dio.

📌 Domanda 2: Il nostro mondo sembra davvero caotico e fuori controllo. In che modo la profezia di Daniele 7 ci aiuta a riconoscere che, in ultima analisi, tutto andrà bene per noi se restiamo fedeli a Dio?

Daniele 7 ci mostra che i regni umani emergono come bestie furiose dal mare agitato della storia e poi cadono. Ma sopra di loro troneggia un regno immutabile di Dio. Se non cerchiamo la nostra cittadinanza in quei regni effimeri (Fil 3,20), ma in questo regno eterno, possiamo reggere saldi anche nella tempesta. Il trono e la sovranità di Dio ci assicurano che, nonostante i cambiamenti politici e sociali, il nostro destino è saldo nelle Sue mani.

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✨ Principi spirituali

  • Il giudizio di Dio abbraccia tutta la creazione. Anche il mondo fisico sarà riplasmato (Ger 4,23–26).

  • Gli imperi terrestri sono passeggeri. La loro ascesa e caduta fanno parte del grande piano di Dio (Dn 7).

  • Il trono di Dio è immutabile. È la nostra fortezza in mezzo al caos (Sal 46; Ez 1,26).

  • Noi siamo cittadini del cielo. La nostra vera dimora non è questo mondo, ma il regno eterno di Dio (Fil 3,20).

  • I segni degli ultimi tempi invitano alla vigilanza. Gesù si aspetta che resistiamo fedelmente fino al Suo ritorno (Mt 24).

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🧩 Applicazione pratica

  • Sii artefice di pace: dove c’è conflitto, porta amore e perdono – un assaggio della nuova Gerusalemme.

  • Coltiva priorità celesti: investi il tuo tempo in preghiera, studio della Bibbia e carità, non nelle lotte di potere terrene.

  • Confida nei tempi di Dio: quando le circostanze vacillano, ricordati delle Sue promesse incrollabili.

  • Incoraggia gli altri: parla del regno eterno di Dio affinché, anche nei momenti più difficili, la speranza non muoia.

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✅ Conclusione

La profezia biblica non ci conquista solo con i suoi simboli, ma con la certezza che, per quanto il mondo possa precipitare nel caos, il piano di Dio avanza inesorabilmente verso il suo compimento. Siamo invitati fin d’ora a vivere come cittadini del Suo regno, a non lasciarci scoraggiare dalle vicissitudini di questo mondo e a diventare fari di speranza.

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💭 Pensiero del giorno

«Quando le nazioni si agitano e i regni vacillano, il trono di Dio rimane immutabile.»

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🎨 Illustrazione – “Faro nella tempesta: speranza sopra le onde”

Nella città di Metroville, un tamburo incessante di onde impetuose e turbolenze politiche scuoteva la terra. Sulla costa, un vecchio faro ricordava un’epoca in cui nessuno immaginava l’entità del caos a venire. In mezzo a questo tumulto viveva Anna, designer di mobili figlia di una famiglia di pescatori ancorata al porto da generazioni. Quando suonarono i primi allarmi, sentì le vibrazioni persino sotto le piastrelle del suo studio: conflitti lontani avevano interrotto le catene di approvvigionamento, mentre ondate gigantesche si abbattevano sulle spiagge.

Spaventata, Anna afferrò la sua antica Bibbia di Lutero, le cui pagine erano state sfogliate da tante mani nel suo salotto. Aprì il Salmo 46 e lesse: «Le nazioni si agitano, i regni vacillano; l’Eterno degli eserciti è con noi, il Dio di Giacobbe è il nostro rifugio.» Un inspiegabile sollievo invase il suo cuore. Il fragore dell’acqua alle finestre sembrava ripetere quei versetti.

Più tardi, suo fratello David, guardiano costiero, raccontò di come le imbarcazioni dei colleghi lottassero contro i flutti. Gli riferì della visione di Daniele del “mare agitato” e dei regni che cadevano come bestie feroci. Ma, aggiunse, un regno immutabile domina tutto. Anna avvertì il peso sul suo cuore alleggerirsi: non erano prigionieri di una nave in rovina, ma cittadini di un regno eterno.

Quando l’uragano colpì la città, vicini e familiari trovarono rifugio nel seminterrato di Anna. Le acque salirono di metri, ma le fondamenta resistettero. Anna mormorava salmi, mentre David distribuiva viveri e conforto. Dopo ore di fragore, il vento si placò; il silenzio divenne quasi assordante. Uscirono cauti: le strade erano un mare in rovina, ma la casa dei genitori era intatta, un miracolo in mezzo alle macerie.

Durante la ricostruzione, giovani e anziani si raccolsero nell’unica chiesa rimasta in piedi nella piazza del mercato. Il pastore Jonas li guidò attraverso Geremia 4, dove cielo, terra e monti vacillano finché non rimane che il giudizio purificatore e la grazia rigeneratrice di Dio. Capirono che il vecchio paradiso deve prima essere distrutto perché Dio ne edifichi uno nuovo. Ascoltarono anche Matteo 24, dove i segni degli ultimi tempi preparano non alla paura ma all’attesa gioiosa del ritorno di Gesù.

Anna cambiò stile: invece di mobili lussuosi, progetta rifugi provvisori per alleviare la sofferenza. David non sorveglia più soltanto la costa, ma veglia di notte sulle rive minacciate. Il pastore Jonas organizza veglie di preghiera in cui si affidano a Dio speranze e paure. Ogni giorno conferma il principio celeste: perdono e compassione sono più forti di ogni tempesta e tirannia.

Un anno dopo, all’alba, Anna, David e Jonas si trovavano davanti a un nuovo monumento sul porto: un faro moderno in calcestruzzo armato e vetro. Vi era scolpita l’iscrizione: «Dio placa il mare, ma ci fa attraversare la tempesta.» Anna provò lacrime di gratitudine. Ora sapeva: anche se il mondo continuerà a tremare e i regni vacilleranno, il trono di Dio rimane immobile. La Sua luce guida attraverso l’oscurità e un giorno, quando arriverà il grande reset, trasformerà questa terra in nuovo cielo e nuova terra, secondo la speranza di tutti. Fino ad allora, la loro fede comune splendeva più delle onde.

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