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Non siamo avidi | 28.02.2025
Il decimo comandamento – Superare la radice di tutti i peccati
Il decimo comandamento ci invita a custodire il nostro cuore dall’avidità e dall’egoismo. Ci ricorda che non solo le nostre azioni esteriori, ma anche i nostri desideri interiori sono importanti agli occhi di Dio. In un mondo spesso dominato da desideri materiali e dall’egoismo, questo comandamento ci chiama a uno standard più elevato di giustizia e amore. Con la forza della fede, possiamo imparare a vivere con gratitudine, a essere generosi con gli altri e a condurre una vita che onori Dio.
«Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna che appartenga al tuo prossimo.» Esodo 20:17
Il decimo comandamento condanna la cupidigia. Ogni desiderio egoistico, ogni forma di insoddisfazione, ogni azione ingannevole, ogni ricerca di soddisfazione personale contribuisce a formare un carattere che distrugge l’immagine di Cristo in noi e chiude le porte della città di Dio. (Lettera 15, 1895)
Quando gli angeli vengono per servire coloro che devono ereditare la salvezza e vedono in loro egoismo e avidità, osservando che cercano il proprio vantaggio a spese degli altri, allora questi angeli se ne vanno rattristati. Quando vedono che coloro che affermano di essere eredi dell’eredità eterna si comportano in modo meschino nei confronti di chi ha come unica ambizione accumulare ricchezze terrene, li lasciano con vergogna (…). Il Signore non potrebbe essere più glorificato e la verità non potrebbe essere più onorata se gli increduli vedessero che questa verità ha operato una grande trasformazione nella vita di coloro che erano per natura avidi e avari. Se si potesse vedere che la fede ha esercitato un’influenza trasformante su di loro, cambiandoli da persone avare, egoiste e amanti del denaro in persone che trovano gioia nel fare il bene, che cercano occasioni per usare i propri beni per benedire coloro che ne hanno bisogno, che visitano le vedove e gli orfani nella loro afflizione e che si mantengono puri dal mondo, allora questa sarebbe la prova che la loro religione è autentica. Queste persone farebbero risplendere la loro luce, affinché altri vedano le loro opere buone e glorifichino il loro Padre celeste. Questo frutto contribuirebbe alla loro santificazione e sarebbero rappresentanti viventi di Cristo sulla terra. I peccatori sarebbero convinti che nella verità esiste una potenza a loro sconosciuta. Coloro che dichiarano di aspettare e vegliare per il ritorno del loro Signore non dovrebbero disonorare la loro professione di fede con comportamenti meschini, contrattando fino all’ultimo centesimo. Un tale frutto non cresce sull’albero cristiano. (Testimonianze, vol. 2, p. 239)
Il decimo comandamento colpisce la radice di tutti i peccati, impedendo i desideri egoistici da cui nascono le azioni peccaminose. Chi, nell’obbedienza alla legge di Dio, reprime persino il desiderio peccaminoso di possedere ciò che appartiene a un altro, non potrà mai essere colpevole di compiere un’azione malvagia contro il suo prossimo. (Patriarchi e Profeti, p. 309)
Caro Padre celeste,
Tu vedi i nostri cuori e conosci i nostri pensieri. Ti preghiamo, aiutaci a superare ogni forma di egoismo, avidità e insoddisfazione. Insegnaci a camminare nel tuo amore, a donare con un cuore puro e a riporre la nostra fiducia non nelle ricchezze terrene, ma in te. Rendici strumenti della tua bontà, affinché la nostra vita sia una testimonianza della tua verità. Aiutaci a ricercare la tua giustizia e a trattare il nostro prossimo con amore e altruismo.
Nel nome di Gesù, Amen.

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