13.3 Le donne presso il sepolcro
Dal Silenzio alla Proclamazione
Leggi Marco 16,1–8. Cosa accadde e come reagirono inizialmente le donne?
In Marco 16,1–8 vediamo le donne che, dopo il sabato, si recano al sepolcro di Gesù per ungere il suo corpo, ma si trovano di fronte a una realtà inaspettata: il sepolcro è vuoto e un angelo annuncia loro che Gesù è risorto. Le donne reagiscono inizialmente con paura e sconvolgimento e fuggono dal sepolcro senza raccontare a nessuno ciò che hanno visto.
Questa reazione delle donne si contrappone alla conoscenza del lettore, che sin dall’inizio sa dell’identità di Gesù come Messia. Tuttavia, nel Vangelo di Marco viene ripetutamente richiesto il silenzio riguardo alla vera identità di Gesù e ai suoi miracoli. Apparentemente, Gesù voleva assicurarsi che il momento per la sua rivelazione arrivasse nel momento giusto, in accordo con i piani profetici.
Inizialmente, le donne sono così sopraffatte dalla paura e dallo stupore che non trasmettono immediatamente ciò che hanno visto. Ma questo silenzio non dura a lungo. Alla fine del Vangelo di Marco, apprendiamo che il messaggio della resurrezione di Gesù è stato diffuso: “E uscirono e predicarono dappertutto” (Mc 16,20). Il silenzio viene spezzato e la buona novella della vittoria di Gesù sulla morte diventa il messaggio centrale dei suoi seguaci.
Questa storia ci ricorda che anche noi siamo chiamati a non rimanere in silenzio, ma a proclamare con coraggio e gioia la speranza e la nuova vita rese possibili dalla resurrezione di Cristo. Ciò che iniziò nella paura si conclude nella forza e nella fiducia del Vangelo.
Perché non dobbiamo rimanere in silenzio su Gesù e le sue azioni? Con chi puoi oggi parlare di Gesù e del piano di salvezza?
Non dobbiamo rimanere in silenzio su Gesù e le sue azioni perché il suo messaggio è il fondamento della speranza, del perdono e della vita eterna. La resurrezione di Gesù e il suo sacrificio sulla croce sono la via della salvezza per tutte le persone. Se rimaniamo in silenzio, la buona notizia dell’amore di Dio e del suo piano di salvezza per il mondo rimane non raccontata, e molte persone potrebbero non conoscere la verità liberatrice che potrebbe trasformare la loro vita. Lo stesso Gesù ci ha mandato a portare avanti il suo messaggio: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura” (Marco 16,15).
Oggi puoi parlare di Gesù con le persone nel tuo ambiente diretto – con amici, familiari, colleghi o vicini di casa. Non deve essere sempre una lunga predica. A volte basta raccontare le tue esperienze personali, come la fede ti ha dato forza, speranza o pace. Anche nelle conversazioni quotidiane puoi seminare piccoli semi del Vangelo, che Dio può usare per toccare i cuori.
La connessione di questa storia biblica con la nostra vita quotidiana e la nostra fede risiede nella trasformazione del silenzio in proclamazione. Come le donne al sepolcro di Gesù, che inizialmente rimasero in silenzio per paura e incertezza, anche noi a volte affrontiamo la sfida di condividere la nostra fede. Il messaggio della resurrezione di Gesù, che inizialmente ispirava paura alle donne, divenne infine una fonte di coraggio e gioia. Questa trasformazione ci ricorda che anche noi siamo chiamati a superare la nostra paura e a proclamare coraggiosamente la buona novella.
Nella nostra vita quotidiana affrontiamo molte situazioni in cui possiamo testimoniare – non solo con le parole, ma anche con le nostre azioni, il nostro comportamento e l’espressione della nostra speranza nei momenti difficili. La storia delle donne al sepolcro ci mostra che anche nei momenti di incertezza e paura la fede trionfa alla fine, e che la proclamazione del potere della resurrezione di Cristo è centrale per la nostra vita di cristiani.
Ciò significa che la nostra fede non dovrebbe rimanere una questione privata. La speranza che abbiamo in Cristo è un messaggio che altre persone devono ascoltare, perché può trasformare le loro vite – proprio come ha trasformato quelle dei discepoli e delle donne al sepolcro. La proclamazione della resurrezione di Gesù è un invito per tutti noi a rimanere coraggiosi nella fede e a condividere il Vangelo ovunque siamo, che sia in famiglia, tra amici o sul posto di lavoro.
Nella vita quotidiana possiamo quindi testimoniare in momenti piccoli e grandi, trasmettendo l’amore e la speranza di Cristo attraverso il nostro comportamento, le nostre parole e il nostro sostegno agli altri. La buona novella di Gesù non è solo un fatto storico, ma una chiamata viva che risuona in ogni momento della nostra vita.
La resurrezione di Gesù ci ricorda che da ogni fine può nascere un nuovo inizio pieno di speranza e vita.
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