
2 aprile 2025
LETTURA BIBLICA QUOTIDIANA – Apocalisse Capitolo 8
Testo biblico (Riveduta 1927)
1 E quando l’Agnello ebbe aperto il settimo suggello, si fece silenzio nel cielo per circa lo spazio di mezz’ora.
2 E io vidi i sette angeli che stanno in piè davanti a Dio, e furon date loro sette trombe.
3 E un altro angelo venne e si fermò presso l’altare, avendo un turibolo d’oro; e gli furon dati molti profumi affinché li unisse alle preghiere di tutti i santi sull’altare d’oro che era davanti al trono.
4 E il fumo dei profumi, unendosi alle preghiere dei santi, salì dalla mano dell’angelo al cospetto di Dio.
5 Poi l’angelo prese il turibolo e l’empì del fuoco dell’altare e lo gettò sulla terra; e ne seguirono tuoni e voci e lampi e un terremoto.
6 E i sette angeli che avean le sette trombe si prepararono a sonare.
7 E il primo sonò, e vi fu grandine e fuoco, mescolati con sangue, che furon gettati sulla terra; e la terza parte della terra fu arsa, e la terza parte degli alberi fu arsa, ed ogni erba verde fu arsa.
8 Poi sonò il secondo angelo, e una massa simile ad una gran montagna ardente fu gettata nel mare; e la terza parte del mare divenne sangue,
9 e la terza parte delle creature viventi che erano nel mare morì, e la terza parte delle navi perì.
10 Poi sonò il terzo angelo, e cadde dal cielo una grande stella, ardente come una torcia; e cadde sulla terza parte dei fiumi e sulle fonti delle acque.
11 Il nome della stella è Assenzio; e la terza parte delle acque divenne assenzio; e molti uomini morirono a cagione di quelle acque, perché eran divenute amare.
12 Poi sonò il quarto angelo, e la terza parte del sole fu colpita e la terza parte della luna e la terza parte delle stelle affinché la loro terza parte si oscurasse e il giorno non risplendesse per la sua terza parte e lo stesso avvenisse della notte.
13 E guardai e udii un’aquila che volava in mezzo al cielo e diceva con gran voce: Guai, guai, guai a quelli che abitano sulla terra, a cagione degli altri suoni di tromba dei tre angeli che debbono ancora sonare.
Spiegazione e contesto
Introduzione
Apocalisse 8 ci introduce a una parte molto solenne e ricca di simbolismo della Scrittura. Con l’apertura del settimo sigillo, la visione drammatica di Giovanni continua. Ma a differenza dei sigilli precedenti, qui non segue subito un’azione: si fa prima un silenzio di mezz’ora nel cielo. Questo silenzio non è vuoto, ma una pausa significativa – un momento di sospensione divina prima che i giudizi di Dio inizino sotto forma delle sette trombe. Il capitolo ci ricorda che Dio non è indifferente al male nel mondo. La sua giustizia si manifesterà – ma sempre accompagnata da grazia, pazienza e un invito al ravvedimento.
Commento
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Il silenzio nel cielo (versetto 1)
Il silenzio di mezz’ora dopo l’apertura del settimo sigillo è unico. Potrebbe indicare la fine del tempo della grazia – un momento simbolico di tensione e transizione. È come se il cielo trattenesse il respiro. Il giudizio di Dio sta per cominciare, ma non senza un ultimo momento di grazia e attesa. -
Le preghiere dei santi (versetti 3–5)
Prima che il giudizio cominci, le preghiere dei fedeli salgono come fumo davanti a Dio. Questo mostra che nessuna preghiera è vana. Il servizio dell’angelo con l’incensiere d’oro richiama il ministero sacerdotale di Gesù nel santuario celeste. L’incenso unito al fuoco allude alla purificazione, ma anche al giudizio imminente. -
Le prime quattro trombe (versetti 6–12)
I giudizi colpiscono ciascuno un terzo della natura, del mare, delle acque dolci e dei corpi celesti – simbolo di limitazione. Dio non giudica per distruggere, ma per avvertire. Le immagini di fuoco, sangue, acqua amara e oscurità ricordano le piaghe d’Egitto – segni dell’autorità divina e appelli al ravvedimento. -
L’aquila e i tre guai (versetto 13)
L’aquila proclama con voce potente: “Guai, guai, guai!” – un avvertimento insistente che i prossimi suoni di tromba saranno ancora più gravi. È un richiamo al risveglio per gli abitanti della terra.
Sintesi
Apocalisse 8 mostra che il giudizio di Dio non è un’improvvisa esplosione d’ira, ma parte del Suo agire santo e giusto in un mondo ribelle. Il silenzio, le preghiere dei santi e i giudizi limitati rivelano la pazienza di Dio. Egli vuole avvertire, scuotere, chiamare al ravvedimento. Ogni passo è attraversato dalla realtà che Dio non si allontana – ma chiama.
Messaggio per noi oggi
Dio ascolta le nostre preghiere, anche quando sembra tacere. Il suo silenzio non è assenza, ma talvolta preparazione. Il silenzio nel cielo ci invita anche a diventare silenziosi, a fermarci e a lasciare spazio a Dio. Le trombe ricordano che questo mondo non continuerà così per sempre. Dio agirà – con giustizia, santità e misericordia. Il nostro compito è essere pronti, rimanere fedeli nell’intercessione e avvertire gli altri del giudizio a venire – con amore, serietà e speranza.
Lettura settimanale dello Spirito della Profezia
Ellen G. White – La via migliore
Capitolo 11 – Linea diretta Leggi online qui
Spiegazione e Interpretazione
Introduzione
La preghiera è più di un dovere religioso o di un fugace grido d’aiuto nei momenti di bisogno –
è il ponte vivente tra il cuore umano e il trono di Dio.
Nel capitolo 11 scopriamo che la preghiera non è solo possibile, ma è un dono di grazia,
un privilegio incomparabile e un mezzo prezioso di comunione con il Padre onnipotente e amorevole.
Tuttavia, questo dono spesso resta inutilizzato – a discapito della nostra forza spirituale.
Commento
Paragrafi 1–4: La necessità della preghiera
Dio ci parla attraverso la natura, la Sua Parola, la provvidenza e lo Spirito.
Ma senza una risposta personale, la relazione con Lui resta incompleta.
La preghiera è più che parlare: è aprire il cuore e muoversi verso Dio.
Paragrafi 5–6: L’esempio di Gesù nella preghiera
Gesù – senza peccato, divino – sentiva il bisogno di pregare.
Cercava momenti di solitudine con il Padre, portava le nostre debolezze e ci lasciava un esempio perfetto.
Se il Figlio di Dio pregava, quanto più noi abbiamo bisogno della preghiera!
Paragrafi 7–10: La disponibilità di Dio ad ascoltare
Dio desidera ardentemente benedirci, ma noi preghiamo così poco.
Gli angeli stentano a capire questa negligenza – per loro, la preghiera è la massima gioia.
Senza preghiera, perdiamo il collegamento col cielo e siamo vulnerabili alle tentazioni.
Paragrafi 11–18: Le condizioni per l’ascolto della preghiera
Perché la preghiera sia efficace, occorrono:
desiderio sincero di Dio, pentimento, confessione, perdono verso gli altri.
La fede è essenziale, anche quando le risposte sembrano tardare.
Dio ascolta – e risponde al momento giusto, secondo i veri bisogni del nostro cuore.
Paragrafi 19–25: La forza della preghiera personale e costante
La preghiera in silenzio, nel segreto, ha un valore unico.
È possibile restare in comunione costante con Dio, anche nel mezzo della quotidianità.
Esempi come Enoch o Neemia mostrano che la vera preghiera è uno stile di vita continuo.
Paragrafi 26–30: Il pericolo della preghiera trascurata
Trascurare la preghiera porta a distanza da Dio e indebolimento spirituale.
La vita cristiana deve unire comunione fraterna, devozione e servizio.
Chi si isola o prega senza agire perde la gioia profonda che la preghiera può offrire.
Paragrafi 31–fine: La gioia della preghiera e della lode
La gratitudine dovrebbe essere al centro della preghiera.
Dio desidera un culto gioioso, fiducioso e pieno d’amore – non mosso dalla paura.
La lode e il ringraziamento aprono il cuore e ci preparano a ricevere nuove benedizioni.
Sommario
La preghiera è un dono sacro di grazia,
tramite il quale possiamo entrare in intima comunione con Dio.
È la “chiave nelle mani della fede” che apre il tesoro del cielo.
La preghiera è essenziale alla vita spirituale,
ma la sua potenza si manifesta solo con umiltà, fede, perdono e perseveranza.
Cristo stesso è stato il nostro esempio perfetto
– e ci invita a trovare nella preghiera forza, conforto e vicinanza divina.
Messaggio per noi oggi
In un mondo pieno di rumore, distrazioni e incertezza,
la preghiera resta la nostra linea diretta con il cielo.
«Chiedete e vi sarà dato…» (Matteo 7:7)
Dio desidera comunicare con te – non come giudice distante,
ma come Padre amorevole.
La preghiera non cambia Dio, ma cambia noi:
la nostra fiducia cresce, la nostra visione si chiarisce,
il nostro cuore si apre all’opera del Suo Spirito.
Cosa significa questo per te oggi?
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Prenditi del tempo per una preghiera silenziosa – non per dovere, ma per forza e pace.
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Rimani connesso con Dio nella vita di ogni giorno – nei pensieri, nei sussurri, nel silenzio.
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Confida nella Sua risposta – anche se arriva in modo diverso da quanto ti aspettavi.
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Perdona – non possiamo chiedere grazia se tratteniamo rancore.
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Loda Dio! La gratitudine trasforma il cuore e ci rende pronti a nuove benedizioni.
La preghiera non è solo parlare con Dio – è vivere con Dio.
Impariamo a vivere ogni giorno alla luce di questo dono di grazia.